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COSENZA – È cominciato questa mattina lo sgombero del campo rom di Cosenza e il trasferimento delle persone nella tendopoli allestita dal Comune nei pressi della stazione ferroviaria. Per questa mattina era però previsto solo lo sfollamento dei circa settanta rom alloggiati nel Ferrhotel. Si tratta di un immobile di proprietà di Rete Ferroviaria Italiana, requisito l’anno scorso dal Comune per destinarvi i rom che hanno perduto le proprie baracche durante un incendio, per il quale una recente sentenza del Tar della Calabria ha accolto il ricorso di Rfi e ha ordinando al sindaco Mario Occhiuto di liberarlo entro 15 giorni (ovvero entro oggi).
Ma le operazioni all’interno della struttura di Rfi sono state talmente veloci e senza problemi di ordine pubblico, che la polizia municipale ha pensato di spostarsi anche nella baraccopoli che si trova alle spalle della motorizzazione civile, per il quale lo sgombero era previsto più in là; almeno dopo una riunione in prefettura con i rappresentanti della comunità rom e le associazioni che si battono per il rispetto dei diritti (21 Luglio, il Moci, Amnesty International, Auser, Ambulatorio medico Senza Confini e Suore Ausiliatrici) proprio allo scopo di individuare quella “soluzione condivisa”. I modi garbati, un’ordinanza di sgombero (che prima o poi andava eseguita e di cui tutti si attendevano l’esecuzione) alle mani e una ruspa al seguito, hanno consentito agli agenti della polizia municipale di ottenere un risultato assai diplomatico: è stato chiesto solo se qualcuno fosse volontariamente disposto a trasferirsi subito nella nuova tendopoli. E così i primi 120 rom, su un totale di 400, si sono stati spostati.
La cosa ha colto di sorpresa anche il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao. «In effetti – ha commentato – era preventivato il solo sgombero del Ferrhotel. Mentre lo sgombero del campo vero e proprio era programmato per i prossimi giorni. Ma se questo ha evitato problemi di ordine pubblico, che ben venga». Domani mattina le attività di “invito” a lasciare il campo andranno avanti, mentre in prefettura si parlerà di “soluzioni condivise”. Ma le cose potrebbero non andare lisce come sono andate ieri: nell’ala nord del campo vivono i nuclei familiari che si sono insediati da più tempo – sei o sette anni – con quella maggiore consapevolezza che gli deriva dallo storico rapporto con le associazioni che si battono per i loro diritti. In quel caso si ritornerà probabilmente al vecchio stile che prevede la presenza, più massiccia e meno defilata di questa mattina delle forze dell’ordine, anche in tenuta antisommossa.
Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto, in una nota, «esprime soddisfazione per le operazioni di trasloco dei cittadini rom dal campo abusivo sulle sponde del fiume Crati e dal Ferrhotel, al campo di emergenza provvisorio allestito dall’Amministrazione comunale a Vaglio Lise, nei pressi della stazione ferroviaria».
«Finalmente – afferma Occhiuto – possiamo dire di avere affrontato con determinazione un problema ereditato e che purtroppo si protraeva da un esecutivo all’altro senza che nessuno riuscisse a cambiare le cose. Questo, a dimostrazione che per il bene della collettività non giriamo la faccia dall’altro lato. Stamattina, su applicazione della mia ordinanza e in sinergia con la Prefettura, sono state avviate le operazioni di trasloco dei rom presenti nella struttura del Ferrhotel e quelle di sbaraccamento del campo abusivo sugli argini del fiume. Qui, in particolare, si contavano, fra recensiti e non, ben 700 persone che vivevano sottoposte a un serio rischio».
«Il campo provvisorio che la protezione civile, su nostro impulso – prosegue il sindaco di Cosenza – adesso realizzato a Vaglio Lise, ha difatti lo scopo di accogliere queste persone per scongiurare tutti i pericoli e le eventuali conseguenze a cui si andava incontro mantenendo la situazione inalterata. Dopo circa 15 anni e dopo più tentativi che abbiamo intrapreso nel periodo di questa consiliatura ponendo sempre in primo piano il rispetto per la dignità delle persone, oggi si mette fine a un problema che è un problema di incolumità per chi abitava sul fiume, come pure per tutti gli altri cittadini. Esistevano rischi di igiene, salute e sicurezza pubblica per chiunque, data la possibilità di trasmissione di malattie. Inoltre, ringrazio la Polizia municipale per l’ottimo lavoro svolto nei diversi passaggi del trasloco eseguendo la mia ordinanza in maniera impeccabile e senza che si verificassero incidenti».
«Successivamente, il Comune di Cosenza – riporta una nota – provvederà a bonificare totalmente l’area del fiume Crati interessata dalle baracche, con una serie di controlli che impediranno ulteriori insediamenti abusivi. Occorre annotare che, in contemporanea al maxi-trasloco, questa mattina, è iniziata un’azione di controllo costante e continuativo, attraverso video di sorveglianza, sull’area della stazione di Vaglio Lise dove sono state accolte le persone rom. Si tratta di prevenire così la diffusione di reati quali prostituzione minorile, furti di rame, incendi nocivi, eccetera. Come pure, allargando i controlli sul territorio, lo sfruttamento di minori, l’accattonaggio e la mancata scolarizzazione».
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