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VIBO VALENTIA – Il boss Pantaleone Mancuso, di 54 anni, alias “L’ingegnere”, torna in libertà. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Francesco Sabatino, legale di Pantaleone Mancuso. Quest’ultimo è ritenuto elemento di spicco dell’omonima cosca ed è stato estradato in Italia nel febbraio scorso dopo essere stato catturato dalla polizia argentina nell’agosto precedente al confine con il Brasile.

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Mancuso stava tentando di entrare nel Paese sudamericano con un documento falso e circa 100 mila euro in contanti. Il suo legale ha motivato la richiesta di rimessione in libertà col presupposto della carenza di gravità indiziaria nei confronti del suo assistito accusato dalla testimone di giustizia polacca Ewelina Pytlarz, ex moglie di Domenico Mancuso (cugino dello stesso boss), del tentato omicidio a colpi di pistola e mitraglietta della zia Romana Mancuso e del figlio di quest’ultima, Giovanni Rizzo. Episodio verificatosi nel maggio del 2008 nelle campagne di Nicotera.

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Per il duplice tentato omicidio il gip distrettuale di Catanzaro, Assunta Maiore, il 2 aprile 2014 aveva emesso a carico di Pantaleone Mancuso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, ora annullata dal Riesame che si è pronunciato dopo un annullamento con rinvio da parte della Corte di Cassazione.

Il tentato omicidio di Romana Mancuso e del figlio è approdato recentemente davanti al gup il 25 maggio scorso. In quell’occasione il pm della Dda di Catanzaro, Camillo Falvo, ha chiesto la condanna a 16 anni di reclusione per Pantaleone Mancuso ed a 14 anni per il figlio Giuseppe. La sentenza del processo è prevista per il prossimo mese di settembre.

 

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