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CATANZARO – Mentre nelle varie regioni in cui sono stati eseguiti i fermi si procede agli interrogatori di garanzia a Catanzaro, dove l’inchiesta “Dirty Soccer” sul calcioscommesse che ha portato a 50 fermi e 70 indagati tra calciatori, operatori e dirigenti di varie società di calcio (LEGGI LA NOTIZIA), è partita ci si prepara ad un possibile nuovo impulso da dare all’inchiesta della Dda.
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I magistrati, infatti, sono in attesa di ricevere gli atti dai tribunali dei luoghi dove sono stati sottoposti a fermo gli indagati ed il materiale recuperato nel corso delle perquisizioni. Cosa che dovrebbe avvenire, appunto tra lunedì e martedì prossimi. L’attenzione degli inquirenti e degli investigatori della squadra mobile si concentrerà soprattutto sui verbali di quegli indagati che hanno risposto al gip in sede di interrogatorio di garanzia. Alcuni di loro, infatti, hanno già fatto le prime ammissioni di responsabilità in merito alle combine di partite e non è da escludere che ciò possa essere il preludio di una collaborazione con gli inquirenti.
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I magistrati catanzaresi contano poi di trovare riscontri e nuovi impulsi investigativi, anche dal materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni: pizzini (LEGGI LA NOTIZIA), documenti, ma, soprattutto, le memorie di tablet e smartphone. Gli investigatori, infatti, sono certi che in determinate fasi delle trattative per definire l’aggiustamento delle gare, gli indagati abbiano comunicato tramite la chat di whatsapp, più difficile da intercettare rispetto ad una normale comunicazione. In base a quello che emergerà dal lavoro di analisi di tutte le informazioni che perverranno alla Dda, non è da escludere che le posizioni di alcuni indagati possano anche aggravarsi.
GLI INTERROGATORI DI GARANZIA – Nel frattempo l’inchiesta sibisce alcuni ridimensionamenti a seguito della decisioni di alcuni dei gip chiamati ad intervenire. Il gip del tribunale di Venezia Barbara Lancieri per quanto riguarda l’ex capo area dell’Aquila calcio, Ercole Di Nicola ha ritenuto insussistente l’accusa più grave, quella dell’associazione a delinquere, non ha ritenuto che ci fossero elementi per la convalida del fermo ed inoltre ha stabilito che si ridetermini la competenza territoriale alla luce del venir meno dell’associazione che secondo il pm si sarebbe consumata a Catanzaro. Inoltre, è stato scarcerato su decisione del gip Francesco Meloni, Ninni Corda, l’allenatore del Barletta, coinvolto nell’inchiesta. Tre le partite del Barletta in cui, secondo l’accusa Corda avrebbe facilitato la combine: Barletta-Catanzaro, Aversa-Barletta, Barletta Vigor Lamezia. Ieri davanti al giudice, Corda aveva risposto a tutte le domande e respinto le accuse di frode sportiva. Respinta, invece, l’istanza di arresti domiciliari per un altro personaggio finito nell’inchiesta, l’albanese Edmond Nerjaku, accusato oltre che di frode sportiva anche di estorsione.
Anche a Catanzaro, però, il gip ha ritenuto di non convalidare il fermo, dichiarandosi incompetente territorialmente sui singoli episodi, con trasmissione degli atti ad altro ufficio giudiziari per Felice Bellini, ex direttore sportivo del Gudja United Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia, e del suo uomo di fiducia Sebastiano La Ferla. Il gip ha ritenuto che per gli episodi contestati ai due indagati (la combine di tre partite) non essendo stato contestato il reato associativo, è competente il Tribunale di Lamezia. I due indagati sono stati quindi scarcerati.
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