X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

CASTROVILLARI – I progetti per la messa in sicurezza del viadotto Italia sono arrivati in procura, a Castrovillari. E fra sette giorni si saprà se i lavori proposti dal contraente generale per conto di Anas soddisferanno i criteri imposti dai consulenti tecnici nominati dai magistrati che hanno sequestro il ponte della A3 dal quale il 2 marzo è crollata una campata (LEGGI), provocando la morte dell’operaio venticinquenne addetto ai lavori preparatori per la demolizione in vista dell’ammodernamento dell’intero Megalotto 3, tra Laino e Mormanno.

Ieri mattina, presso l’ufficio del sostituto procuratore Simona Rizzo, che segue l’inchiesta per omicidio colposo e il pericolo di crollo insieme alla collega Simona Manera, si è svolto un incontro al quale ha partecipato anche il procuratore generale di Catanzaro, Raffaele Mazzotta, che è intervenuto nella vicenda del viadotto crollato in supporto ai sostituti procuratori di Castrovillari – che da qualche settimane sono senza un capo visto che Franco Giacomantonio è appena andato in pensione. Il suo intervento è stato dettato dalle necessità di accelerare la soluzione del caso, visto che il sequestro dell’intero viadotto ha provocato la deviazione del traffico autostradale su una viabilità alternativa particolarmente lunga e sfavorevole, soprattutto al traffico di merci del settore agricolo.

Ieri il procuratore generale ha voluto assistere personalmente alla consegna dei due elaborati progettuali che i gli ingegneri nominati da Italsarc per conto di Anas hanno eseguito per proporre la “rimozione delle macerie” e il “consolidamento della pila”. A seguito del crollo della campata della corsia sud, sulla quale Adrian Miholca stava effettuando delle perforazioni di indebolimento, un enorme pezzo di trave è finita contro il pilone che sorregge entrambe le corsie, provocando una vistosa lacerazione del cemento armato. Per questo i magistrati hanno cautelativamente interdetto il traffico anche sulla carreggiata nord, fino al quel momento aperta alla viabilità. Insomma: per la procura di Castrovillari i sigilli all’intero ponte non sono stati dettati solo da ragioni di carattere puramente giudiziario, ma anche per «mancanza di certezza sulla sicurezza della struttura».

Il procuratore generale ha nuovamente dato un’altra accelerazione alla procedura di valutazione degli elaborati di Italsarc, chiedendo ai due consulenti della procura di esprimere il proprio parere entro sette giorni, da ieri, e non più quindici come si era prospettato all’inizio. Mazzotta non ha voluto fare previsioni o parlare per ipotesi: l’unica cosa che potuto dire è che i magistrati hanno dato disponibilità perché nel corso dell’elaborazione progettuale da parte di Itralsarc, tra i consulenti del contraente generale e quelli della procura si instaurasse un «contraddittorio», in modo da guadagnare tempo e non dover attendere la consegna del progetto definitivo perché i tecnici potessero formulare osservazioni. Questo non significa – ha spiegato il magistrato – che l’elaborato è stato fatto di comune accordo. Tant’è che bisognerà comunque aspettare sette giorni per sapere se le osservazioni sono state sufficientemente recepite dai progettisti di Italsarc e Anas. E solo fra una settimana, in caso di parere favorevole, si passerà al dissequestro condizionato del cantiere e all’avvio dei lavori di recupero delle macerie e consolidamento del pilone. Interventi che, secondo la direzione dei lavori del Magalotto 3, potrebbero essere eseguiti in poco più di un mese. E solo dopo il viadotto potrà essere definitivamente liberato dai sigilli e riaperto al traffico – sulla sola carreggiata nord – com’era prima del 2 marzo.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE