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CATANZARO – L’ennesima strage del mare, della disperazione, dell’emigrazione ha macchiato di sangue il Mediterraneo e a questo punto anche il governatore della Calabria, Mario Oliverio, ha deciso di prendere posizione e dire «basta con le parole, le parole e le polemiche stanno a zero».
La scorsa notte nel Canale di Sicilia, a circa 70 miglia dalla Libia, un peschereggio con a bordo centinaia di profughi si è rovesciato causando la morte di gran parte delle persone a bordo, con prime stime che parlano di almeno 700 morti. Una tragedia che se venisse confermata nei numeri definitivi sarebbe la strage più grave dal dopoguerra ad oggi nel Canale di Sicilia. L’ennesima tragedia che però ora richiede interventi decisi.
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Per il presidente Oliverio, quindi, è giunto il momento di «assumere decisioni urgenti e concrete che mettano finalmente fine ad un dramma che, più passa il tempo, più assume le proporzioni di un’immane carneficina. E’ giunto il momento che il mondo intero si mobiliti per fermare questa strage infinita. Personalmente e come rappresentante della Calabria più volte siamo intervenuti su questa continua tragedia, confessando la nostra impossibilità e quella dei singoli comuni ad affrontare un problema così drammatico e sproporzionato alle nostre forze e sollecitando gli organismi preposti ad accendere i riflettori soprattutto sul problema dell’accoglienza e dell’integrazione di quanti, disperati, affamati e perseguitati, sono costretti a fuggire dai loro paesi per trovare una speranza, un rifugio ed un futuro altrove».
Con riferimento al fenomeno degli sbarchi il presidente della Regione ha rimarcato come non si possa «girare la testa e far finta di niente o assumere atteggiamenti xenofobi e populisti, il cui risultato è solo quello di fomentare e aumentare odio e violenza. Una regione generosa e accogliente come la nostra, che storicamente ha vissuto sulla propria pelle il dolore dell’emigrazione, non può accettare discorsi e atteggiamenti di questo tipo».
Oliverio ribadisce con forza che «occorre assumere subito azioni consequenziali e concrete» e annuncia che «nelle prossime ore chiederò un incontro al ministro Alfano per verificare quali iniziative possiamo assumere, come Regione, soprattutto per quanto riguarda l’accoglienza e l’integrazione di quanti scappano dai loro Paesi. Chiamerò alla mobilitazione il mondo della cultura, della Chiesa e del volontariato, i giovani, le forze sociali, i movimenti, le associazioni per concordare, insieme ad essi, iniziative concrete e credibili. Tutti, nessuno escluso, abbiamo il dovere di assumere iniziative coerenti con la nostra storia e con quello che diciamo. Dobbiamo lavorare perché si crei un clima nuovo e più umano rispetto a questo fenomeno e si apra una nuova stagione di attenzione, di civiltà e di rispetto umano e civile verso una problematica che, se non governata adeguatamente, rischia di esplodere e di ritorcersi contro il nostro Paese e la stessa Comunità Europea».
In conclusione, «per questo motivo – ha chiosato il Governatore della Calabria – siamo concretamente al fianco di chi, come il leader del Movimento dei Diritti Civili, Franco Corbelli, si batte con tutte sue forze, perchè si realizzi un cimitero dei migranti, una iniziativa di grande valore umanitario che ha l’obiettivo di realizzare un luogo simbolico nel comune di Tarsia, in prossimità dell’ex campo di concentramento di Ferramonti, in cui ricordare quanti perdono la vita nei lunghi viaggi della speranza. Un luogo dove tanti familiari possano ricercare i loro affetti perduti e dove l’umanità intera possa rendere omaggio e ricordare il dramma che sta coinvolgendo milioni di esseri umani, vittime della miseria e di uno sviluppo squilibrato. Una dramma che sta segnando questa fase storica così come le guerre ne hanno segnato altre più o meno recenti».
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