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CATANZARO – L’ipotesi di reato resta quella di abuso d’ufficio (LEGGI LA NOTIZIA DELL’INCHIESTA SU CALABRIA ETICA). Ma il modello del fascicolo cambia. Da 44 passa a 21. In soldoni, vuol dire che non si tratta più di un fascicolo aperto contro ignoti, perché adesso, in cima all’elenco degli indagati, c’è il nome di Pasqualino Ruberto. Un atto dovuto, per andare avanti nelle indagini avviate su Fondazione Calabria etica, che il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha già delegato alla sostituta, Graziella Viscomi, al cui vaglio stanno approdando, di volta in volta, le centinaia di pratiche che gli ispettori di Pg del Nisa e i carabinieri del comando provinciale di Catanzaro stanno acquisendo, a cadenza regolare, ormai da mesi. (LEGGI QUALI SONO LE ASSUNZIONI CONTESTATE)

Carte, che parlano di centinaia di assunzioni avvenute anche a ridosso della campagna elettorale. Ma anche di centinaia di progetti, che la Fondazione ha, comunque, puntualmente portato a termine. 

LEGGI LE CRITICHE ALLA GESTIONE DI CALABRIA ETICA DA PARTE DEL PRESIDENTE OLIVERIO

Perché, una cosa è certa e ci piace ribadirlo, tra le mura della società in house della Regione Calabria si è sempre lavorato tanto, proprio come lo stesso Ruberto non si è mai stancato di ribadire fin dall’inizio di questa brutta storia, che ha travolto, inesorabilmente, decine e decine di famiglie di lavoratori, che, peraltro, adesso, si trovano a non percepire neanche lo stipendio, sotto la guida del commissario, subentrato al presidente spodestato, che, intanto, si trova impegnato a pieno ritmo nella campagna elettorale che lo vede candidato a sindaco di Lamezia. 

 

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