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COSENZA, – L’eccesso di prudenza del suocero di Daniele Lamanna, arrestato ieri a Trenta perchè accusato dell’omicidio del boss della ‘ndrangheta cosentina, Luca Bruni, ha insospettito gli agenti della squadra mobile che stavano cercando di individuare il ricercato. Il particolare è stato riferito dal dirigente della squadra mobile di Cosenza, Giuseppe Zanfini, nel corso di una conferenza stampa per illustrare l’operazione che ha portato all’arresto di Lamanna.

«Lamanna – ha detto Zanfini – è ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio di Luca Bruni. L’eccesso di prudenza utilizzata dal suocero di Lamanna ci ha insospettito, soprattutto, il suo continuo cambiare auto anche per brevi tragitti. Abbiamo iniziato a seguire lui e la figlia, compagna di Lamanna, e dopo diversi giorni di pedinamenti abbiamo individuato il luogo dove Lamanna incontrava i familiari. Ieri il suocero di Lamanna ha preso il nipotino a casa e dopo aver cambiato due volte auto si è recato in un appartamento disabitato di sua proprietà a Trenta, paese alle porte di Cosenza. Lo abbiamo pedinato e siamo intervenuti. Al momento dell’arresto aveva con se una pistola calibro 765 con colpo in canna, ma non ha opposto resistenza».

Il questore di Cosenza, Luigi Liguori, ha affermato che «Lamanna non ha detto molto agli inquirenti, solo che stava cambiando il suo aspetto, tant’è che si è fatto crescere la barba e pensava di vestire un saio in modo da sembrare un monaco».

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