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REGGIO CALABRIA – E’ prossimo ad uscire dal carcere per usufruire di benefici alternativi alla detenzione quali permessi premio e semilibertà Santo Barreca, 56 di Reggio Calabria, ergastolano detenuto da 25 anni e ritenuto affiliato all’omonima cosca della città. A conclusione di un complesso iter procedimentale, infatti, è giunto il parere favorevole della Procura della Repubblica di Reggio Calabria all’ammissione del condannato al lavoro esterno.
Ad annunciarlo sono, in una nota, i suoi legali, gli avvocati Aurelio e Steve Chizzoniti, sottolineando come Barreca «fosse da tempo avviato verso il completo recupero al consorzio civile». I legali di Barreca ricordano i vari passaggi della vicenda, tra i quali il provvedimento del magistrato di sorveglianza di Sassari che lo autorizzava ad «intervenire a una manifestazione di scopo sociale evidenziando che lo stesso “ha già partecipato alla prima conferenza ripartitiva come rappresentante dei detenuti della Casa Circondariale di Tempio Pausania – Nuchis'”; che «da tempo espleta lodevolmente una giornata di volontariato in una comunità alloggio per anziani che raggiunge ogni sabato con mezzo pubblico senza vincoli uscendo la mattina alle 8 per rientrare con le stesse modalità la sera”; l’autorizzazione all’uso del cellulare e le giornate di Natale 2014 e Capodanno 2015 trascorse nella casa di riposo. Aurelio e Steve Chizzoniti sottolineano anche i «proficui studi universitari ad un passo dalla felice conclusione al cui traguardo mancano soltanto pochissimi esami, accostati ai numerosi premi conseguiti anche sul versante della regia teatrale».
Sulla scorta di questi elementi, affermano i difensori, il pm della Dda reggina Giuseppe Lombardo ha sostenuto che «il regime carcerario di alta sicurezza nel quale Santo Barreca è attualmente allocato ha perso sostanzialmente la sua efficacia e la sua finalità», concludendo che la declassificazione del detenuto «è già avvenuta sul piano sostanziale».
«L’obbiettivo tenacemente raggiunto da Santo Barreca – affermano infine i legali – non soltanto premia un percorso di adamantino recupero dello stesso ma essenzialmente traduce una eloquente vittoria dello Stato nel cui contesto è dimostrato che la finalità detentiva volta al recupero del condannato non è soltanto un’astratta e quasi surreale previsione ex art. 27 della Costituzione, sottolineando, altresì, il ruolo di fondamentale centralità della Procura della Repubblica nonché del personale direttivo ed esecutivo operante nelle strutture penitenziarie, soprattutto quelle di Spoleto e Tempio Pausania, ove Santo Barreca è stato detenuto».
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