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COSENZA – Ben 518 persone della provincia di Cosenza sono state denunciate per truffa ai danni dell’Inps da parte della Finanza cosentina un’accusa che se confermata in giudizio potrebbe portare gli indagati a rischiare una pena da 1 a 5 anni e una multa da 309 a 1549 euro oltre alla restituzione delle somme indebitamente percepite che complessivamente sarebbero da quantificare in circa 800 mila euro. Le indagini, coordinate dal Procuratore di Cosenza, Dario Granieri, hanno consentito di scoprire come numerosi soggetti beneficiari di “indennità di accompagnamento”, negli anni dal 2010 al 2014, erano stati ricoverati presso strutture ospedaliere pubbliche o private per periodi superiori a trenta giorni, con una retta a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale, senza però effettuare le comunicazioni all’Inps.
Nello specifico il beneficio economico viene concesso se, a causa della minorazione fisica o psichica, l’invalido si trova nella impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, abbisogna di una assistenza continua. Decade, invece, per il periodo in cui il percettore usufruisce di periodi di ricovero di lunga degenza in strutture sanitarie con pagamento della retta medicoassistenziale a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale. Al fine di evitare una doppia spesa, quindi, la normativa in vigore prevede l’obbligo di comunicare tali periodi di ricovero all’Ente previdenziale che interrompe l’indennità per quel periodo che viene assegnata, in sostanza, all’Azienda sanitaria Provinciale.
Le somme “indebitamente” percepite nel quinquennio dai singoli variano da un minimo di €. 800 ad un massimo di €. 28.000, per un danno complessivo al Servizio Sanitario Nazionale di circa 800 mila euro. Per passare a setaccio ogni struttura ospedaliera della provincia, i militari del Nucleo PT della Guardia di Finanza di Cosenza hanno acquisito presso l’Asp del capoluogo brutio gli elenchi di oltre 40 mila nominativi di soggetti che risultavano essere stati ricoverati presso le menzionate strutture sanitarie. Gli stessi dati sono stati, poi, incrociati con quelli forniti, nell’ambito di una consolidata e preziosa collaborazione, dall’Inps di Cosenza e della sede Centrale di Roma.
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