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COSENZA – L’inchiesta sul cedimento del vecchio viadotto Italia, con conseguente morte di un operaio di 25 anni, si allarga anche alla nuova struttura, il ponte dell’autostrada Sa-Rc attualmente chiuso al traffico. Lo scrive Marco Cribari sul Quotidiano del Sud di oggi. Pericolo di crollo è la notizia di reato su cui indaga la Procura di Castrovillari, unitamente alla già nota ipotesi di omicidio colposo, relativa alla tragica sorte toccata ad Adrian Miholca, caduto nel vuoto da un’altezza di 80 metri mentre a bordo della propria ruspa lavorava alla demolizione del vecchio tracciato dell’A3 lo scorso 2 marzo (LEGGI).
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Tra l’altro nei giorni scorsi proprio i familiari dell’operaio morto, attraverso i periti nominati, hanno criticato l’Anas per la gestione del viadotto stesso (LEGGI)
Proprio il tracollo di un pezzo del vecchio viadotto potrebbe aver danneggiato il nuovo ponte che gli corre a fianco, minandone la stabilità. È questo il motivo per cui il procuratore capo Franco Giacomantonio, all’indomani della tragedia del 2 marzo, aveva disposto il sequestro dell’autostrada, dando incarico a due consulenti di accertare l’entità dei danni arrecati alla struttura. A quanto pare, i tecnici della Procura hanno già individuato tutte le criticità del caso, segnalando all’Anas dove e come intervenire con i lavori di messa in sicurezza. Solo a opera ultimata, dunque, arriverà il via libera alla riapertura del tratto cosentino dell’autostrada, con conseguente fine dei disagi per automobilisti e trasportatori.
Nel frattempo, però, il profilo giudiziario della vicenda si arricchisce con la caccia a nuove responsabilità: non solo quelle di chi, con imperizia e negligenza, avrebbe concorso alla morte del povero operaio romeno, ma anche eventuali colpe di chi – al netto di fatalità e cataclismi – ha fatto in modo che venisse messo a rischio pure il nuovo viadotto. E con esso, l’incolumità di chi lo percorre. Al momento si tratta solo di ipotesi che richiederanno lunghi e laboriosi accertamenti mentre – è scontato – che a breve l’inchiesta castrovillarese si incrocerà con quella della Procura di Firenze sulla tangenti per le grandi opere in Italia e che ha portato alle dimissioni del ministro Lupi.
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