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VIBO VALENTIA – Incroceranno le braccia a partire da domattina alle 9.30 i dipendenti dell’amministrazione provinciale di Vibo. La notizia è stata resa nota dalla Cgil Funzione pubblica che, in una nota, evidenzia: «Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione tra l’ente e i sindacati in Prefettura, e tutti i passaggi che regolamentano la legge sullo sciopero, partirà quindi l’astensione dal lavoro dei circa 280 dipendenti che affrontano il peso di cinque mensilità non pagate. Ma gli stipendi mancati o percepiti con lunghi ritardi sono ormai una costante da diversi anni, così come, più assiduamente a partire dal dicembre scorso – scrive il sindacato – prosegue lo stato di agitazione, tra occupazioni del Consiglio provinciale, incontri in Prefettura e mobilitazioni, culminati con un tavolo romano tra le organizzazioni sindacali e l’ormai ex ministro Lanzetta per tentare di trovare una soluzione. La Provincia di Vibo, lo ricordiamo, è l’unica in Italia insieme a quelle di Biella, in stato di dissesto finanziario». 

IL CORTEO PER LE STRADE DI VIBO

Il segretario della Camera del lavoro di Vibo Luigi De Nardo ha spiegato: «Siamo riusciti a coinvolgere in questa vertenza tutta la società civile vibonese città e il territorio con il sostegno, importante, di molte associazioni. Domani il presidente della Provincia, i consiglieri e i sindaci saranno a Roma per presentare un documento in cui viene gridata tutta l’urgenza del caso Vibo, così come dovrebbe arrivare, sempre domani, la somma di un milione e ottocentomila euro dalla Regione, un atto di sensibilità istituzionale verso questa grave emergenza da fronteggiare. Ci auguriamo e confidiamo nel fatto che – ha aggiunto – le istanze di questo territorio vengano portate avanti domani a Roma con orgoglio».

Il quadro già grave e compromesso dell’amministrazione di Vibo, ricorda la Cgil, è quello in cui si è inserito l’iter legislativo nazionale sulle Province, con al momento l’incognita di 20 mila esuberi in Italia, e non è ancora chiaro come e dove verranno ricollocati questi dipendenti. 

«La riforma voluta dall’allora governo Letta e iniziata con la legge Delrio, che prevede la cancellazione dell’ente Provincia, sceglieva di rinunciare ad un livello istituzionale, ma non alle funzioni che quel livello assicurava, né ai lavoratori che quelle funzioni esercitavano – afferma il segretario di Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno – poi sono seguiti i tagli che il governo con la legge di stabilità ha inflitto a questi enti, mettendo a rischio i servizi ai cittadini, precarizzando i lavoratori, e cambiando in modo repentino quello che prevedeva la “riforma Delrio. La legge di stabilità 2015, ha tagliato un miliardo di euro, che certamente metterà in crisi molte Province. Sulle quali già nel triennio si abbatterà il taglio di 4 miliardi di euro confermando una volontà irresponsabile di non voler garantire i servizi (la gestione e manutenzione delle strade, delle scuole, la tutela dell’ambiente e programmazione) che sono tipici dell’ente di area vasta. La riduzione della spesa del personale delle Province del 50% crea in Calabria la messa in esubero di 2500 dipendenti, ed avvierà un processo di mobilità assurda e senza logica per il personale, che sarà posto immediatamente in soprannumero e difficilmente potrà essere ricollocato presso altri enti, considerato che molti di questi sono in dissesto o in predissesto».

 

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