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CATANZARO – Nessun collegamento tra l’audizione di Maria Carmela Lanzetta in Commissione antimafia, fissata per giovedì 26 febbraio, e le questioni relative alle nomine degli assessori della Giunta regionale calabrese. Piuttosto, la volontà della presidente della Commissione parlamentare, Rosy Bindi, di chiarire alcune dichiarazioni dell’ex ministro sulle intimidazioni subite in passato.
A chiarire i motivi del prossimo incontro in commissione è stata la stessa Bindi, rispondendo alle domande dei giornalisti nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro al termine delle audizioni con la Dda del capoluogo calabrese.
«L’Ufficio di presidenza della Commissione parlamentare – ha detto Bindi – ha chiesto di sentire il Ministro Lanzetta dopo una sua intervista al Corriere della Sera con una domanda riferita alle minacce ricevute dalla ‘ndrangheta, con la stessa che ha invece risposto di non avere mai parlato di ‘ndrangheta».
«Essendo stata un simbolo della lotta alla ‘ndrangheta – ha spiegato Rosy Bindi – e visto che non è il primo caso di contraddizione in questa materia, il caso della Girasole insegna, la Commissione ha deciso di capire se una persona è soggetta a minacce da parte della ‘ndrangheta o no. Perché se dice di non essere stata minacciata allora deve spiegare il prima e il dopo. Da qui la richiesta di sentirla quando era ancora ministro, ma questo non era ancora avvenuto».
Bindi ha poi svelato che dopo le dimissioni da ministro e la rinuncia alla nomina di assessore, la stessa Lanzetta «ha chiesto un incontro alla presidente dell’Antimafia che, però, si è rivolta all’Ufficio di presidenza per decidere se procedere con l’audizione, cosa che è stata decisa». Bindi ha puntualizzato che «a lei, per quanto mi riguarda, chiederò conto di quella intervista».
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