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CATANZARO – Violazione della legge elettorale e abuso d’ufficio. Sono queste le contestazioni mosse nei confronti dell’ex sindaco di Botricello, Giovanni Camastra, attuale consigliere di maggioranza, dell’ex vicesindaco Raffaele Valea e della segretaria comunale Giuseppina Ferrucci. Ai tre è stato, infatti, notificato il provvedimento di conclusioni delle indagini con contestuale avviso di garanzia a firma del sostituto procuratore Fabiana Rapino. 

Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal Nucleo operativo della Compagnia Carabinieri di Sellia Marina, le contestazioni risalgono alle ultime elezioni comunali di Botricello, che si sono svolte il 25 maggio scorso. I tre, secondo le rispettive competenze, avrebbero infatti emesso 26 buoni spesa destinati alle famiglie bisognose tra il 20 e il 23 maggio, nell’ultima settimana prima del voto, contravvenendo al divieto imposto dalla legge elettorale. Le indagini hanno evidenziato che Camastra e Valea avrebbero “individuato i cittadini ai quali elargire i buoni”, mentre Ferrucci li avrebbe emessi nella sua qualità di responsabile del settore. 

Il magistrato ha evidenziato nel provvedimento che Camastra avrebbe agito da sindaco uscente e nella qualità di ricandidato alla carica di consigliere per la lista “Uniti per Botricello”, poi risultata vincitrice; Valea avrebbe agito quale vicesindaco uscente e nipote di Salvatore Valea, candidato nella stessa lista di Camastra e risultato primo degli eletti con 300 voti di preferenza diventando l’attuale vicesindaco; Ferrucci, infine, nella qualità di segretaria comunale e responsabile di Area. 

In questo modo, sostiene il magistrato, i tre avrebbero anche violato il regolamento comunale per l’erogazione dei contributi economici, commettendo l’abuso di ufficio. Tutto questo, secondo le contestazioni mosse, per procurare “intenzionalmente un vantaggio economico ai cittadini beneficiari, con un danno per il Comune di Botricello”, ma anche “danneggiando politicamente i candidati – scrive il pm – della opposta lista “L’Altra Botricello””. 

I buoni, secondo quanto ricostruito, avrebbero avuto un valore compreso tra i 50 e i 100 euro e avrebbero permesso alle famiglie beneficiarie di acquistare beni di prima necessità, nonostante, spiega il pm Rapino, “non vi fosse alcuna domanda da parte degli stessi cittadini e senza rispettare la procedura prevista dal regolamento comunale”. Tutte violazioni che hanno portato anche alla contestazione, sempre in concorso tra i tre, della legge elettorale. 

Ai tre indagati sono stati concessi i previsti venti giorni per presentare memorie difensive o per presentarsi spontaneamente per rilasciare dichiarazioni spontanee, quindi la richiesta di nominare un difensore di fiducia per difendersi dalle contestazioni. La vicenda della concessione dei buoni è anche al centro di un ricorso al Tribunale amministrativo regionale, proposto dalla lista “L’Altra Botricello”, e per il quale è fissata l’udienza per la sentenza il prossimo 10 aprile.

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