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LAMEZIA TERME – Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Elio Romano ha chiesto il rinvio a giudizio dell’avvocato Giovanni Scaramuzzino, dei fratelli Alessandro, Luigi e Franco Trovato, di Antonio Voci, Francesco Cosentino e Francesco Gigliotti, accusati, a vario titolo, di estorsione, truffa in danno di due compagnie assicurative, lesioni gravi e violenza privata, reati tutti aggravati per avere cercato di agevolare la cosca di ‘ndrangheta Giampà nella quale, secondo l’accusa, erano inseriti i fratelli Trovato.

L’udienza davanti al giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro è stata fissata per il 22 aprile prossimo. I fatti risalgono al luglio 2010 quando un artigiano si presentò da Alessandro Trovato e Francesco Gigliotti per chiarire la vicenda della lite tra i due e suo figlio.

L’artigiano però, secondo l’accusa, fu malmenato con calci e pugni e con un grosso martello di ferro, oltre che essere ferito più volte con un taglierino tanto da provocargli uno sfregio permanente sul viso. Le lesioni riportate, guarite in 85 giorni, lo costrinsero al ricovero in ospedale. Durante il periodo di ricovero l’artigiano ricevette la visita di Franco e Luigi Trovato insieme ad Antonio Voci, i quali lo avrebbero minacciato di ritorsioni se avesse denunciato il fatto e lo avrebbero costretto a «partecipare alla truffa
assicurativa architettata per “coprire” le condotte criminose».

La vittima, secondo l’accusa, fu costretta ad affermare che le ferite riportate erano dovute ad un incidente stradale, di fatto mai avvenuto, tra un’automobile di proprietà di Francesco Cosentino e un autocarro. La pratica dell’incidente era seguita dall’avvocato Scaramuzzino «su mandato occulto ed interesse sostanziale – è l’accusa del pm – di Luigi e Franco Trovato, predisponendo gli atti legali finalizzati ad ottenere l’illecito profitto». 

L’assicurazione liquidò 33.500 euro: 16.750 andarono alla vittima, 12.550 a Franco Trovato e 4.200 furono trattenuti da Scaramuzzino per le spese legali. Le indagini sono state svolte dal Nucleo mobile del Gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme, al comando del ten. col. Fabio Bianco. In tale contesto, gli investigatori hanno ricostruito anche le movimentazioni finanziarie poste a base dell’accusa di estorsione nei confronti di Luigi e Franco Trovato, Antonio Voci e Giovanni Scaramuzzino.

Secondo i finanzieri, infatti, dall’estratto del conto corrente intestato a Scaramuzzino emergeva che questi, il 19 maggio 2011, riceveva un bonifico dall’assicurazione per 33.500 euro quale risarcimento per il sinistrato e di tale somma 4.200 euro erano per compensi legali. Dallo stesso estratto conto è emerso anche che il legale, una volta ricevuto il bonifico, aveva dato un assegno circolare alla vittima dell’aggressione per 16.750 euro. Per gli investigatori, dunque, l’avvocato avrebbe reso al malcapitato 16.750 euro invece della somma che era realmente a lui destinata ed il resto lo avrebbe girato ai fratelli Trovato, così come riferito da alcuni pentiti e dalla stessa vittima.

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