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NEI giorni scorsi ha seguito l’emergenza frane a Petilia Policastro, dove sono interessate diverse abitazioni (LEGGI), ora Erasmo D’Angelis, capo dell’Unità di missione contro il dissesto idrogeologico di Palazzo Chigi, punta il dito contro la gestione del territorio in molte realtà, a partire proprio dalla Calabria.
Secondo D’Angelis, infatti, «la prima prevenzione è la pianificazione urbanistica che non c’è mai stata e poi la progettazione, anch’essa non c’è mai stata». Questo perché – osserva – «non è possibile vedere come in Calabria pezzi di terra che si staccano e franano»; queste, «sono violenze al territorio».
Un duro monito per una gestione del dissesto lasciata in molti casi all’anarchia, senza un controllo delle istituzioni preposte ed una pianificazione concreta, con la conseguenza che si è costruito senza criterio, si è modificato l’assetto del territorio e non si è fatto nulla in termini di prevenzione. Una realtà assolutamente riscontrabile in Calabria, regione ritenuta tra le più a rischio sia in termini di dissesto idrogeologico sia rispetto agli abusivismi.
Per questo, il rappresentante del Governo ha evidenziato la necessità di lavorare nella direzione di tutela del territorio: «Tutte le regioni possono fare un “copia-incolla” dei vincoli che vietano di edificare nelle zone a rischio idrogeologico» seguendo l’esempio di «Puglia, Liguria, Toscana».
Il capo della task force di Palazzo Chigi, “Italia sicura”, ha poi aggiunto che è stato avviato un «focus particolare per la Regione Calabria che è la più a rischio d’Italia insieme alla Liguria», dove i «fiumi sono bombe a orologeria geologica e i terreni sono giovani e incoerenti».
«Abbiamo il dovere di aiutare nella difesa dal dissesto idrogeologico e dare ai cittadini la sicurezza», osserva D’Angelis.
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