X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

OPPIDO MAMERTINA (RC) – Le condizioni di Giuseppe Mazzagatti, 83 anni, boss di Oppido Mamertina, detenuto ai domiciliari per ragioni di salute, «non sono incompatibili con il regime detentivo in un struttura carceraria assistita da idoneo centro clinico». Questa la motivazione con la quale la magistratura ha disposto la revoca del beneficio degli arresti nella sua abitazione all’anziano boss, trasferito in carcere durante la notte dai Carabinieri. 

IL PROFILO DI PEPPE MAZZAGATTI

LA POSIZIONE DEL PAPA SULLA PROCESSIONE

L’anziano capomafia, assurto agli onori delle cronache nel luglio del 2014 per il cosiddetto “inchino” dinanzi alla sua casadurante la processione della “Madonna delle Grazie” a Oppido Mamertina, beneficiava della detenzione domiciliare per il suo stato di salute, apparentemente incompatibile con il regime carcerario. 

L’INCHINO DELLA STATUA DELLA MADONNA AL BOSS, LEGGI

IL VIDEO DELLA PROCESSIONE CON L’INCHINO

Il provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria deriva da un’istanza di revoca della detenzione domiciliare avanzata dalla Procura Distrettuale di Reggio Calabria, sulla base sia degli elementi raccolti durante le indagini dei Carabinieri relative all’ operazione” Erinni” (che ha interessato stretti consanguinei del boss, tra i quali il figlio Rocco, considerato dagli inquirenti a capo della locale di ‘ndrangheta di Oppido Mamertina), sia sulla scorta delle risultanze dei numerosi controlli effettuati dalla locale stazione dei Carabinieri. In forza degli elementi raccolti, l’autorità giudiziaria ha disposto nuovi controlli medici sull’ergastolano che è stato condotto in una struttura carceraria del centro Italia.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE