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COSENZA – «Se, quanto portato alla luce dagli inquirenti dovesse corrispondere sia pur minimamente alla realtà dei fatti, ci troveremmo davanti ad un’operazione che nulla avrebbe da invidiare alle tecniche di soppressione del regime nazifascista».
E’ quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, in relazione all’operazione denominata Medical Market della Procura della Repubblica di Castrovillari.
Per Marziale: «È stucchevole immaginare che ci siano persone, oggi indagate, che abbiano potuto costituire una sorta di associazione per truffare le compagnie di assicurazione e che si siano spinte fino a lasciare morire un bimbo. Questo è medioevo allo stato puro ed è il sintomo di una regressione culturale spaventosa, dove il valore della vita è inesistente».
«Credo che l’atteggiamento di ciascuno debba essere di rispettosa attesa dei chiarimenti dei fatti processuali – chiosa il sociologo – ma non v’è dubbio che, davanti a prove certe l’opinione pubblica invochi la massima severità, senza attenuanti di sorta, nemmeno e soprattutto nei confronti di una madre che arriva a sacrificare la vita che ha concepito e nessuno – conclude il presidente dell’Osservatorio – osi parlare di sottocultura o patologie varie, perché questa è crudeltà lucida, è crimine contro l’umanità allo stato puro».
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