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ROMA – I ristoranti della mafia. Sono almeno cinquemila in Italia. Una cifra non indifferente e che sottolinea quanto sia sviluppata la rete della ‘ndrangheta anche nel settore della ristorazione. Il dato è emerso dal terzo Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare presentato a Roma e nelle cifre si legge come la malavita manifesti un particolare interesse nei confronti dell’acquisizione e della costituzione di aziende agricole, ma anche della grande distribuzione alimentare, come centri commerciali e supermercati.
La ‘ndrangheta, in particolare, per infiltrarsi nel comparto agroalimentare, sfrutterebbe in particolar modo le connivenze all’interno della Pubblica amministrazione. Le attività ristorative sono quindi molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più aggressiva e sempre più integrata nell’economia regolare. Grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite.
Per Coldiretti, Eurispes e Osservatorio, le organizzazioni mafiose si muovono ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale è difficile risalire ai veri proprietari e all’origine dei capitali.
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