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VIBO VALENTIA – Una discarica abusiva dismessa e interrata senza alcuna bonifica è stata sequestrata dai carabinieri di Vibo Valentia e del Nucleo Operativo ecologico di Reggio Calabria. Il sequestro è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta della Procura di Vibo Valentia. La discarica, di sei chilometri quadrati, ricade nel comune di Ionadi ed è stata interrata negli anni Novanta senza alcuna bonifica. L’operazione clandestina ha causato un inquinamento delle falde acquifere di superficie nella zona.

La discarica è stata individuata nel marzo scorso quando, durante alcuni lavori, nella zona della discarica sono emersi ingenti quantitativi di rifiuti solidi urbani interrati sotto il manto stradale. Le indagini dei carabinieri hanno consentito di accertare che l’area, negli anni ’80, era classificata come zona agricola normale, ma era stata adibita a vera e propria discarica abusiva. Il conferimento dei rifiuti si sono concluse, con ogni probabilità, negli anni ’90, ed il comprensorio interessato è stato ricoperto da materiale inerte. I terreni sono stati poi dichiarati edificabili.

Il sequestro ha lo scopo di stabilire l’esatta estensione della copertura dei rifiuti e il loro grado di pericolosità, attraverso analisi. Il procedimento penale, allo stato, è contro ignoti. Il procuratore di Vibo, Mario Spagnuolo, ha sottolineato che si tratta di «una vicenda molto triste ed esponenziale di tutti i problemi e guai del nostro territorio nelle quali si intrinsecano le responsabilità di troppe persone». 

«Tutto nasce – ha aggiunto – verso la fine degli anni 80 quando ogni Comune era deputato a tenere una discarica (in base ai dettami della legge Merli) ed è stato proprio in quel periodo storico che si sono consumati i peggiori guasti ambientali. Poi è venuto l’operato della magistratura che, attraverso provvedimenti importanti era riuscita a farle chiudere. Qui in Calabria c’è una legge regionale per mezzo della quale, una volta chiusi i siti, indicava un percorso per la loro bonifica. Ma in vari casi, come questo, ciò non è avvenuto».

Il procuratore ha poi evidenziato come di questa abnorme presenza di rifiuti non vi sia traccia «non solo nella memoria storica della gente, ma anche tra le carte del comune di Ionadi e della Regione. Comune che, attraverso il piano regolatore, aveva cambiato la destinazione dell’area da agricola a residenziale, quindi lottizzabile con opere di urbanizzazione e la presenza di strutture e strade di fatto realizzate sulla spazzatura».

Nel frattempo il sindaco di Ionadi, Nazzareno Fialà, è stato nominato custode giudiziario del sequestro emesso dal gip, con l’obbligo di procedere alla bonifica che, qualora non fosse assolto, farà scattare i provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

 

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