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ERA lui a dovere procurare il tritolo per uccidere il pm di Palermo Nino Di Matteo. E l’esplosivo doveva arrivare dalla Calabria. Un elemento su cui gli investigatori siciliani si dicono certi. Così, all’alba di oggi, la Guardia di finanza ha chiuso il cerchio intorno a Vincenzo Graziano, ritenuto dagli investigatori il “reggente” del mandamento palermitano di Resuttana, dopo l’arresto di Vito Galatolo, oggi collaboratore di giustizia.

Nel corso del blitz, al quale hanno partecipato centinaia di finanzieri, sono state attivate una serie di azioni per la ricerca di armi ed esplosivo. Il provvedimento di fermo per Graziano, per il reato di associazione mafiosa, è stato firmato dal Procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dai sostituti Francesco Del Bene, Amelia Luise, Annamaria Picozzi, Dario Scaletta e Roberto Tartaglia. 

Vincenzo Graziano, secondo il pentito Vito Galatolo il nuovo reggente del mandamento mafioso dell’Acquasanta di Palermo, è accusato di avere procurato dalla Calabria 100 chili di tritolo e di conservarlo per uccidere il pm Nino Di Matteo. Graziano è stato fermato all’alba di oggi nella sua abitazione a Palermo con l’accusa di associazione mafiosa. 

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