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CATANZARO – Si è conclusa con il rinvio a giudizio di quattro persone e il proscioglimento di una l’udienza preliminare a carico di cinque indagati coinvolti nel procedimento giudiziario nato dall’inchiesta su presunti illeciti connessi al Parco commerciale “Romani”, che sorge nel quartiere Sala di Catanzaro, ed alla realizzazione al suo interno dell’Ente Fiera comunale, che l’Amministrazione comunale aveva inizialmente deciso di collocare in un’area appositamente individuata a Germaneto. 

Dopo la requisitoria del pubblico ministero, che il 13 ottobre scorso aveva concluso chiedendo di mandare tutti sotto processo, oggi il giudice, Pietro Scuteri, ha accolto la richiesta nei confronti dell’ex sindaco di Catanzaro, Rosario Olivo (Pd); di Giulio Elia, consigliere comunale di Catanzaro e presidente della Commissione urbanistica dell’Ente; dell’imprenditore Gaetano Romani, costruttore del parco commerciale; di Biagio Cantisani, ex dirigente del Comune di Catanzaro e presidente dell’Ordine degli architetti. 

Il processo a loro carico avrà inizio il 7 marzo. Sentenza di non luogo a procedere, invece, per una quinta indagata, Rosalba Piscioneri, che esce definitivamente di scena. Inizieranno il 26 gennaio, invece, i riti abbreviati chiesti dagli ultimi sette imputati, e cioè i presidenti di Confindustria Calabria e Catanzaro, Giuseppe Speziali e Giuseppe Gatto – che si sono autosospesi dalle rispettive cariche dopo aver ricevuto un’informazione di garanzia -, coinvolti in qualità di imprenditori; Giuseppe Grillo, presidente della società municipalizzata “Catanzaro Servizi”; Alba Felicetti, ex dirigente del Comune di Catanzaro; Pasquale Costantino, in qualità di dirigente del Comune; Francesco Lacava, ex consigliere comunale e presidente del consiglio d’amministrazione della società “Parco Romani”; e l’avvocato Marina Pecoraro. 

Nel procedimento, in cui sono costituiti parte civile il Comune di Catanzaro e la municipalizzata “Catanzaro Servizi”, la pubblica accusa contesta, a vario titolo, i reati di falso, abuso d’ufficio, tentata truffa aggravata, tentata percezione di fondi pubblici, corruzione, distruzione soppressione o occultamento di atti, estorsione, concussione. L’indagine è concentrata sul Parco commerciale e sulla possibile realizzazione al suo interno dell’Ente fiera comunale – che sarebbe stata decisa con un tavolo di concertazione variando l’iniziale decisione dell’amministrazione di ubicarlo nell’area appositamente individuata a Germaneto -, voluta dall’amministrazione di centrosinistra per il tramite della municipalizzata “Catanzaro servizi”, attraverso la quale il Comune di Catanzaro ha acquistato una parte del Parco. 

Uno specifico filone d’indagine ha riguardato poi la permuta di due immobili, che si trovano uno in via Argento e uno in viale De Filippis, ricevuti dal Comune di Catanzaro in qualità di creditore nei confronti del Parco Romani. Una permuta che gli investigatori ritengono sia stata completamente svantaggiosa per il Comune. Nell’ambito di quest’ultima vicenda i pubblici ministeri hanno acquisito una gran quantità di materiale investigativo, raccogliendo fra l’altro le dichiarazioni dell’ex assessore della giunta comunale di Catanzaro, Fulvio Scarpino, che, dopo aver ricevuto una relazione relativa alla permuta oggetto dell’indagine, l’aveva a sua volta inviata alla Corte dei conti perchè si verificasse l’esistenza di anomalie.

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