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REGGIO CALABRIA – Attraverso una lunga indagine la Polizia di reggio Calabria ha ricostruito l’organigramma della cosca Tegano ed ora su disposizione della Dda Reggina ha messo a segno 25 fermi di indiziato di delitto nei confronti di altrettante persone ritenute essere presunte esponenti della potente cosca di ‘ndrangheta operativa a Reggio Calabria. Le accuse sono a vario titolo, di associazione mafiosa, favoreggiamento e procurata inosservanza pena aggravati dalle modalità mafiose. L’operazione, denominata “Il Padrino” oltre a ricostruire l’organigramma della cosca e ha permesso di acquisire elementi aggiornati sulle innumerevoli attività illecite gestite dai Tegano. Tra gli interessi della potente cosca, accertati nella precedente operazione Archi-Astrea che colpì sempre i Tegano, ad esempio rientrano anche le società miste di Reggio Calabria come la Multiservizi.

GUARDA IL VIDEO: L’OPERAZIONE E GLI ARRESTATI

IL PRIMARIO A DISPOSIZIONE DEL CLAN – C’è anche un primario ospedaliero, Francesco Pellicano, biologo responsabile del reparto analisi a Polistena, tra le 25 persone sottoposte a fermo. Per lui l’accusa è di associazione mafiosa. Secondo gli investigatori era «costantemente nella disponibilità della cosca per qualsivoglia necessità». Nell’ospedale di Polistena, tra l’altro, il 12 giugno 2009era stato arrestato, mentre era ricoverato, il boss latitante di Antonio Pelle, alias «Gambazza», deceduto a Locri il 4 novembre successivo all’età di 77 anni.

RACCOLTA DI VOTI PER L’EX ASSESSORE REGIONALE – Insieme al fratello Giovanni Pellicano, indicato dagli investigatori come referente diretto del capo cosca Giovanni Tegano, di cui avrebbe gestito la latitanza e la trasmissione dei messaggi agli altri associati, il primario, ha riferito la polizia, si sarebbe anche attivato nel 2010 per raccogliere voti in favore di politici locali alle regionali ed in particolare dell’ex assessore regionale Nino De Gaetano ex esponente di Rifondazione Comunista poi transitato nel Pd. Nei confronti dell’esponente politico, comunque, non sono formulate accuse. E lui sottolinea: «La mia storia politica e personale testimonia l’assoluta incompatibilità della mia persona con ambienti e forze di estrazione criminale».

I GENERI DEL BOSS REGGENTI DELLA COSCA – Tra i fermati ci sono anche i due generi del boss Giovanni Tegano, Edmondo Branca e Antonio Lavilla, che, secondo gli investigatori della squadra mobile di Reggio Calabria che hanno condotto le indagini, avevano assunto il ruolo di reggenti la cosca dopo l’arresto del capo e le operazioni delle forze dell’ordine condotte contro la famiglia.

 

LA COPERTURA ALLA LATITANZA DI TEGANO – Nel dettaglio tra le accuse c’è anche quella di avere favorito la latitanza del boss Giovanni Tegano, arrestato il 26 aprile 2010 dopo 17 anni di latitanza, per alcune delle persone fermate stamani dalla Polizia. Tegano, uno degli elementi più in vista della ‘ndrangheta, era stato sorpreso dagli agenti della squadra mobile e dello Sco in una villetta in località Perretti di Reggio Calabria ed aveva cercato di nascondersi in una stanza buia. L’uomo, 74 anni, era inserito nell’elenco dei trenta latitanti più pericolosi e dal 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale. All’uscita della Questura di Reggio Calabria, per essere trasferito in carcere, era stato salutato da alcuni amici e parenti con un applauso e con un grido «Giovanni uomo di pace». Circostanza che all’epoca aveva provocato numerose polemiche. Tegano deve scontare una condanna all’ergastolo ed è ritenuto uno dei protagonisti della guerra di mafia di Reggio Calabria che, tra il 1985 ed il 1991, provocò oltre seicento morti.

L’ELENCO DELLE PERSONE COINVOLTE – I destinatari del decreto di fermo sono: Edmondo Branca, di 35 anni; Francesco Caponera, di 38 anni; Stefano Costantino, di 46 anni; Andrea Giungo, di 42 anni; Francesco Giunta, di 39 anni; Antonio Lavilla, di 39 anni; Antonio Marco Malara, di 35 anni; Domenico Marala, di 38 anni; Giovanni Malara, di 69 anni; Paolo Malara, di 40 anni; Sergio Malara, di 33 anni; Francesco Marino, di 47 anni; Silvana Marra, di 30 anni; Vincenza Marra, di 29 anni; Francesco Pellicano, di 60 anni; Giovanni Pellicano, di 62 anni; Antonia Rappacio, di 59 anni; Antonio Rechichi, di 75 anni; Giuseppina Richichi, di 52 anni; Domenico Paolo Saracena, di 69 anni; Giorgio Saraceno, di 31 anni; Giuseppa Serafino, di 47 anni; Giuseppe Surace, di 44 anni; Emilio Eugenio Tiara, di 46 anni; Vincenzino Zappia, di 46 anni.

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