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CATANZARO – Erano in possesso di un arsenale, nonostante non avessero un profilo criminale elevato, con le armi pronte per essere utilizzate in qualunque momento. E’ quello che hanno scoperto i poliziotti del Commissariato di Catanzaro Lido che hanno tratto in arresto padre e figlio, Vitaliano Tassone, 79 anni, e Gaudenzio Tassone, 50, entrambi residenti nel quartiere Santa Maria di Catanzaro.
Al termine di una serie di perquisizioni, che hanno interessato un podere in località Germaneto, e l’abitazione dei due, i poliziotti hanno rinvenuto un fucile Breda semiautomatico calibro 12 e con matricola abrasa; un fucile Beretta sovrapposto; un fucile King sovrapposto a canne mozze; una pistola Beretta modello 81 calibro 7.65; 38 cartucce per armi comuni e armi da guerra; un fucile ad aria compressa.
I particolari dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella Questura di Catanzaro, alla presenza del questore, Vincenzo Carella; del capo Gabinetto, Nicola Miriello; del dirigente del Commissariato di Lido, Vincenzo Cimarrusti.
Gli inquirenti hanno avviato una ulteriore attività investigativa per comprendere l’appartenenza delle armi, dal momento che i due soggetti non sarebbero legati ad ambienti della criminalità organizzata e, quindi, potrebbero avere detenuto l’arsenale per conto di qualche organizzazione. Impossibile escludere, nello specifico, legami con quella parte della comunità rom che controlla le attività illecite nei quartieri a sud del capoluogo calabrese.
Le perquisizioni sono state portate a termine con l’ausilio del Reparto prevenzione crimine del Lazio, attivo in Calabria nell’ambito del progetto “Focus ‘ndrangheta”. Un fucile è stato rinvenuto in una baracca realizzata nel podere di Germaneto, mentre le altre armi erano custodite in casa, alcune in un armadio.
Soddisfatto il questore Carella, secondo il quale «è da apprezzare l’impegno del Commissariato di Lido nonostante gli impegni di servizio e le carenze di personale con cui deve fare i conti. L’operazione – ha aggiunto – è frutto della conoscenza del territorio e dell’analisi degli episodi criminali che avvengono quotidianamente. Fondamentale l’apporto del personale del Reparto prevenzione crimine che è utilizzato sia per le attività quotidiane che per i servizi mirati».
Anche il capo Gabinetto, Miriello, ha sottolineato il sostegno disposto dal Ministero dell’Interno con l’invio di nuovo personale, aggiungendo che «l’attività non è frutto dell’improvvisazione, ma dell’impegno e della conoscenza del territorio».
I particolari sono stati illustrati dal dirigente Cimarrusti che ha evidenziato come le armi saranno inviate al Reparto investigazioni scientifiche per verificare l’eventuale utilizzo.
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