2 minuti per la lettura
REGGIO CALABRIA – L’ex consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi finisce sotto processo. Il giudice per le udienze preliminari di Reggio Calabria, Barbara Bennato, ha disposto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta che lo vede accusato di aver truccato l’assegnazione di due posti di dirigente medico per agevolare sua moglie, Valeria Falcomatà, presso il reparto di dermatologia degli Ospedali Riuniti. Anche per la dottoressa è stato disposto il processo: per lei l’accusa è di aver effettuato pressioni sui vertici dell’assessorato regionale alla Sanità dell’epoca per ottenere la nomina di una persona ritenuta amica nella commissione esaminatrice.
Imputati nello stesso procedimento con rito ordinario, anche gli ex dirigenti dell’Azienda sanitaria Domenico Mannino e Paolo Vazzana, e i commissari di gara Giuseppe Crisalli e Giuseppa Caserta. Il prossimo 20 gennaio, in aula ci sarà anche l’unica parte civile ammessa dal giudice, la dottoressa Mariolina Arcidiaco, mentre non sono stati ammessi gli ospedali Riuniti.
ASCOLTA L’INTERCETTAZIONE TRA FALCOMATA’ E ARCIDIACO
Secondo quanto sostenuto dal sostituto procuratore Tenaglia, Naccari, che all’epoca dei fatti faceva parte della giunta regionale guidata da Agazio Loiero, «abusando della sua qualità e dei suoi poteri di assessore della giunta della Regione (e quindi di pubblico ufficiale) ed in particolare del potere politico derivante da tale incarico», avrebbe indotto «pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio presso la giunta della Regione Calabria e presso l’Azienda ospedaliera Bianchi Melacrinò Morelli a dargli indebitamente l’utilità consistente nell’arbitraria facoltà di ingerirsi (in spregio alla normativa che regola le procedure di nomina) nella scelta dei membri della commissione d’esame che avrebbe giudicato il concorso pubblico». Naccari avrebbe indotto i dirigenti dell’Azienda sanitaria Domenico Mannino e Paolo Vazzana, «a sensibilizzare in favore della Falcomatà il membro di nomina interna all’Azienda ospedaliera», come pure a «falsare la procedura di sorteggio per la nomina del terzo membro in modo che la scelta ricadesse sulla persona di Schirripa Vincenzo». L’inchiesta era partita a seguito delle denunce di Carmela Arcidiaco, attuale primario facente funzioni del reparto, all’epoca aspirante a un incarico a titolo pieno.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA