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REGGIO CALABRIA – Il tribunale di Reggio Calabria ha revocato i domiciliari che erano stati concessi all’ex ministro Claudio Scajola (LEGGI LA NOTIZIA) imputato nel processo per i presunti aiuti alla latitanza dell’armatore ed ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena (LEGGI QUI LA TESI DELL’ANTIMAFIA e QUI LA NOTIZIA DEL SUO ARRESTO).
I magistrati reggini, dunque, hanno optato per l’attenuazione della misura cautelare a carico di Scajola cui è stato imposto l’obbligo di dimora nel Comune di Imperia. La revoca dei domiciliari era stata chiesta difensori Giorgio Perroni e Patrizia Morello. Sulla richiesta difensiva di revoca dei domiciliari aveva espresso parere negativo il pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.
LEGGI L’AMMISSIONE DELL’AIUTO DATO A MATACENA DA PARTE DI SCAJOLA
Il dibattimento nei confronti di Scajola proseguirà il 14 novembre quando saranno sentiti i primi due testi del pubblico ministero, l’ex capo centro della Dia di Reggio Calabria, Gianfranco Ardizzone, ed il dirigente di polizia già in servizio alla Dia reggina, Leonardo Papaleo.
Nel frattempo inizierà domani, davanti al gup di Reggio Calabria, il processo con rito abbreviato per Chiara Rizzo, la moglie di Matacena, agli arresti domiciliari con l’accusa di avere tentato di schermare i beni dello stesso Matacena allo scopo di sottrarli ad un eventuale sequestro e di avere favorito la latitanza del marito, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa ed ora a Dubai. Davanti al gup compariranno anche Martino Politi, indicato come il factotum di Matacena, e Roberta Sacco, l’ex segretaria dell’ex ministro Claudio Scajola. Chiara Rizzo, tramite i legali, gli avvocati Candido Bonaventura e Carlo Biondi, ha annunciato di voler essere presente in aula. La difesa di Chiara Rizzo ha preannunciato che domani presenterà molte eccezioni preliminari
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