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CROTONE – Regge sostanzialmente, anche al vaglio della Corte di Cassazione, l’impianto accusatorio del maxi processo Herakles, ma le assoluzioni che erano state disposte nel processo d’Appello bis sono divenute definitive e una raffica di condanne sono da rivalutare, essendo state annullate con rinvio, in molti casi anche in ordine all’aggravante mafiosa. La sentenza emessa ieri sera nei confronti di 65 imputati, a tarda ora, rimette, in parte, in discussione il processo: per alcune posizioni potrebbero esserci delle rideterminazioni di pena da parte della Corte d’assise d’appello di Catanzaro in diversa composizione. Insomma, ci sarà un processo d’appello tris per alcuni imputati.
LE DUE MAXI INCHIESTE CONTRO I CLAN – L’inchiesta che accorpava in sé i fatti oggetto di due maxioperazioni, Herakles, dell’aprile 2008, e Perseus, del novembre dello stesso anno, e fece luce su due omicidi maturati nel microcosmo della droga, traffici di stupefacenti e armi, numerose estorsioni a imprenditori e commercianti.
Parte civile si erano costituiti, tra gli altri, la Regione Calabria, l’ex parlamentare Marilina Intrieri, che denunciò condizionamenti mafiosi sul progetto per la costruzione di Europaradiso, la moglie di un ispettore di polizia che nell’aprile 2006 ebbe distrutto un negozio, i parenti della vittima di un omicidio, Dino Covelli. La condanna più pesante, anche questa tra quelle annullate con rinvio, era stata quella di Leo Russelli, 38 anni, presunto boss scissionista dell’omonima cosca del quartiere Papanice: per lui la pena era di 20 anni. Folta la pattuglia difensiva, composta dagli avvocati Sergio Rotundo, Enzo Camposano, Aldo Truncè, Francesco Laratta, Fabrizio Salviati, Paolo Carnuccio, Nuccio Barbuto, Luigi Colacino, Mario Lucente, Luigi Falcone, Leo Sulla, Enzo Ioppoli, Enzo Vrenna.
CHIUSA LA VICENDA EUROPARADISO – Nell’Appello bis furono circa cinque i secoli di pena inflitti ai presunti affiliati alle cosche del Crotonese, ma non ressero le ipotesi di reato attribuite ai colletti bianchi accusati di collusione con i clan, con particolare riferimento alla vicenda Europaradiso, il megavillaggio turistico che, secondo l’accusa, stuzzicava l’appetito della ‘ndrangheta. Alla fine il filone Europaradiso non è approdato in Cassazione per la seconda volta, avendo la Procura generale rinunciato a impugnare le assoluzioni.
LE SENTENZE DELL’APPELLO BIS – L’appello bis, in particolare, ripristinò, ma in taluni casi con una riforma in peius, la situazione fotografata dalla sentenza del maxiprocesso a carico di 93 imputati che in primo grado, nel marzo 2010, davanti al gup distrettuale, si definì con condanne per oltre cinque secoli nei confronti di 63 presunti affiliati alle cosche. Le condanne disposte dalla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro salirono a 66. In Appello, il primo, quello dell’aprile 2011, a maxiriduzioni di pena, concesse tra le polemiche, seguirono scarcerazioni a raffica. Se 30 furono le assoluzioni disposte col rito abbreviato, che nel primo Appello aumentarono, nel secondo scesero a 27.
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