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COTRONEI – Ieri mattina un sit-in di protesta, oggi un’interrogazione parlamentare di due deputati del M5S e nei prossimi giorni una formale denuncia da parte di Legambiente all’autorità giudiziaria nei confronti della società “A2A” per alterazione dei luoghi in una zona del Parco nazionale senza la necessaria autorizzazione. E’ una mobilitazione quella messa in campo da Legambiente contro i lavori di manutenzione del lago Ampollino. 

Per Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente, «le attività che sta svolgendo A2A per il Lago Ampollino non sono lavori di manutenzione ordinaria ma si configurano come un cambio sostanziale dello stato dei luoghi che nessuno ha autorizzato. E i deputati grillini Dalila Nesci e Paolo Parentela, nella loro interrogazione, contestano che quella che sta avvenendo in Sila è una operazione di svuotamento «senza autorizzazione». Raccogliendo le istanze di Legambiente, i due parlamentari chiedono al ministro dell’Ambiente garanzie.

Le norme che disciplinano il Parco nazionale della Sila, e quelle a tutela del paesaggio, impediscono che si possa ridurre di 16 metri il livello di un bacino idroelettrico senza che questa vengano preventivamente autorizzate». Legambiente, quindi, chiede «all’Ente parco un sollecito intervento per fermare lo scempio che la multinazionale dell’energia elettrica sta mettendo in atto e chiediamo di ripristinare la legalità in un’area protetta che continua ad essere oggetto di utilizzo predatorio». 

Sostiene, Nicoletti, che «contrariamente a quanto affermato sul Quotidiano da Nicola Belcastro, sindaco di Cotronei i comuni e l’ente sono stati avvisati da A2A, che rispetto a quanto è accaduto per il fiume Arvo, ha cambiato strategia, adottando quella del silenzio assenso». 

Al sit in di ieri ha partecipato una delegazione dei circoli del cigno verde di San Giovanni in Fiore e di Petilia Policastro, oltre che di un gruppo di appassionati di pesca sportiva. Si sono dati appuntamento sulla diga del lago Ampollino «per prendere visione di quanto sta accadendo al lago alla luce della decisione di A2A di procedere allo svuotamento del bacino. C’era anche – ha continuato Nicoletti – il corpo forestale, che da tre giorni sta registrando cosa sta avvenendo nel lago». 

Per Legambiente «A2A continua a considerare la popolazione silana alla stregua delle tribù indigene che in molte parti del mondo vengono depredate delle proprie risorse senza poter esprimere un loro parere. Legambiente ha chiarito da tempo ad A2A che, né il Sila ne in altre parti d’Italia, sono rimaste tribù che hanno ancora l’anello al naso ma, al contrario, ci sono cittadini e organizzazioni che si battono per il diritto all’ambiente e per i beni comuni all’interno del quadro di norme che regolano la civile convivenza di interessi, compresi quelli delle multinazionali». 

A tal riguardo, Nicoletti annuncia che Legambiente agirà «in ogni direzione per far valere il rispetto della legalità e degli interessi del territorio silano, ma nel frattempo chiediamo all’Ente parco di intervenire con urgenza per impedire che lo scempio si completi intimando ad A2A di sospendere le attività e ripristinare lo stato dei luoghi. Analoga richiesta – conclude – formuleremo al Ministro dell’ambiente e alla Regione».

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