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UN’AUDIOGUIDA ai musei firmata da Caparezza. Potrebbe essere definito così lo spirito che anima i brani del suo ultimo lavoro “Museica”, che il cantante pugliese sta portando in tour in questa fresca estate. 

Il tour arriverà mercoledì 6 agosto, all’Arena Magna Graecia di Catanzaro Lido, unica tappa calabrese. Lo spettacolare concerto del cantautore, che si avvale di un gigantesco palcoscenico, megaschermi e trovate sceniche sorprendenti, sarà premiato come Migliore live d’autore dell’anno con il Riccio d’Argento di Gerardo Sacco, principale riconoscimento di “Fatti di Musica Radio Juke Box Estate 2014”, la ventottesima edizione della rassegna del live d’autore, ideata e diretta da Ruggero Pegna.
Abbiamo chiesto a Caparezza qualche curiosità sul suo lavoro.

Torna a ballare in Calabria portando il tuo museo in musica “Museica”, che concerto spettacolo sarà?

«Torno con gran piacere in Calabria e stavolta lo faccio con uno spettacolo estetico. Sul palco ci saranno scenografie ed oggettoni che richiamano il mondo dell’arte pittorica a cui è ispirato tutto il mio nuovo album e faranno da cornice alla consueta energia del mio live. Musica, teatro e pittura. Per il futuro punto alla danza, in particolare al tip-tap».

Nel suo album prende spunto da un quadro per poi sviluppare concetti pubblici e personali. Se dovesse prendere spunto dai Bronzi di Riace (non sono quadri, ma pur sempre oggetti d’arte) cosa le verrebbe in mente?

«Mi verrebbe in mente la lunghissima fila che ho dovuto sostenere per vederli, tanti anni fa (e non hanno nemmeno cantato). Ripensandoci potrei riscrivere un mio pezzo e intitolarlo: “Stanco e bronzo”. Fisicamente io e i Bronzi siamo simili, dal mento in su, ma non scriverei mai una canzone sulla mia prestanza fisica, sarebbe immodesto. Forse potrei concentrarmi sulla figura del mare mettendo in risalto la sua avidità, dato che vorrebbe tutti i tesori per sé. Sarebbe perfetto per controbilanciare le innumerevoli canzoni smielate e romantiche che gli hanno dedicato».

Una rapper calabrese, Loop loona, ci ha rivelato di ispirarsi a lei come modello di carriera: partito dalla Puglia, si è affermato su scala nazionale e poi è riuscito a tornare a vivere dalle sue parti. E da domani, forse, dopo la sua prima autoproduzione, potrebbe produrre anche altri talenti. Pensa che al Sud sia ancora impossibile riuscire a farsi sentire a far conoscere la propria musica senza “emigrare” obbligatoriamente a Roma o Milano?

«Incrocio le dita per Loop Loona. E’ una rapper che seguo ed è molto brava per cui spero che possa realizzare il suo progetto. Per quanto riguarda il Sud non credo che sia impossibile riuscire a farsi sentire senza “emigrare” ma è sicuramente molto difficile. Passi in avanti ne sono stati fatti parecchi negli ultimi anni, grazie anche alla rete che permette, per esempio, di far conoscere la propria musica senza nemmeno stampare un disco ma non è abbastanza. Il successo dei talent show, per esempio, dimostra che il peso della televisione in questa nazione è ancora schiacciante, eppure basterebbe togliersi il pigiama e “andare a vivere” per scoprire che il pub sotto casa è una fucina di talenti. Per onestà intellettuale i programmi musicali televisivi dovrebbero essere sponsorizzati da produttori di valigie».

Piccolo test: taglierebbe i suoi capelli solo se… 

«…tutti li portassero come i miei».

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