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REGGIO CALABRIA – Lo stillicidio di sequestri registrato nel corso degli ultimi mesi ha reso evidente come la situazione della depurazione in Calabria sia in uno stato di profonda emergenza. Come non bastasse anche le condizioni del mare, in più parti della costa calabra segnato da sporcizia e schiuma, confermano un malfunzionamento diffuso dell’intero sistema di depurazione delle acque calabrese.

Ora a certificare la situazione arrivano i risultati del monitoraggio effettuato da Goletta Verde che evidenzia come in 19 casi, rispetto ai 24 punti monitorati lungo la costa calabrese, ossia l’80% del totale, le analisi hanno evidenziato una carica batterica almeno due volte più alta di quella consentita dalla legge, con un giudizio di «fortemente inquinato». 
Inoltre, gli stessi responsabili del sodalizio ambientalista, nel caso specifico Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde, e  Andrea Dominijanni, vicepresidente Legambiente Calabria, evidenziano come non sia solo Legambiente, di cui Goletta Verde è una estensione, a denunciare lo stato delle cose «visto che nella nuova procedura di infrazione europea sul trattamento dei reflui urbani – fanno sapere i responsabili dell’associazione – la Calabria è tra le regioni peggiori in Italia, con ben 129 agglomerati urbani in cui vengono segnalate ‘anomalie’ sulla depurazione». 
Sulla base di ciò Legambiente chiede alla Regione e ai rispettivi e competenti enti locali «di fare chiarezza innanzitutto rispetto agli oltre 700 milioni di euro stanziati dal 2000 per colmare le gravi lacune del sistema depurativo calabrese che solo non hanno prodotto soluzioni reali al problema ma che rischiano di tornare a Bruxelles. È una battaglia che si vince solo se anche le amministrazioni comunali, sia dei comuni costieri che dell’entroterra, mettano al centro dell’agenda politica l’emergenza depurativa». 
Oltre ai dati sulla depurazione gli ambientalisti hanno anche presentato il reportage fotografico «Mare monstrum calabro» all’interno del quale sono stati illustrati «Ventisette scatti, realizzati da Marco Valle che mostrano scenari inquietanti sullo stato in cui versa la costa calabrese». 
Ciò che rende evidente la situazione drammatica è anche lo stato in cui versano i corsi d’acqua, non solo alla foce ma anche alla sorgente «a causa di depuratori non funzionanti e scarichi illegali, che in ogni caso consegnano il loro apporto inquinante ai nostri mari. Per questo chiediamo agli enti preposti di monitorare costantemente le foci dei corsi d’acqua accanto ai quali, inoltre, spesso si trovano strutture ricettive, come campeggi e stabilimenti balneari. Non possiamo affidarci unicamente al mare e alla sua capacità depurativa per risolvere i problemi. Chiediamo dunque – ha concluso Andrea Dominijanni – un riscontro alla Regione perché si assuma le responsabilità per gli impegni presi nei confronti dei calabresi e si metta mano al settore della depurazione».
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