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CATANZARO – Si è sciolta dopo una mattinata la protesta degli operai forestali che hanno invaso Catanzaro. Erano arrivati in 1.500, secondo la Questura, per chiedere certezze. Stanchi di continui rimandi sullo stipendio, non ricevono la paga da tre mesi e, soprattutto, si sentono senza futuro. Poi, nel primo pomeriggio, la svcolta: ottenute garanzie dal prefetto si è deciso di smobilitare.

LA CITTA’ IN TILT PER ORE – Dalla parte dei manifestanti c’erano anche i sindacati confederati e la Coldiretti. Il corteo ha sfilato nel centro cittadino con un importante servizio di sicurezza che ha evitato qualunque tipo di problema. Il centro cittadino è stato comunque chiuso alla circolazione stradale per evitare problemi. Un gruppo di manifestanti con le bandiere della Cgil si è staccato per recarsi davanti palazzo Alemanni, sede della presidenza della Giunta regionale, mentre altri operai hanno raggiunto il viadotto Bisantis, una delle principali vie di accesso alla città. La circolazione è stata completamente bloccata per diverse ore. 

L’INCONTRO CON IL PREFETTO – Mentre gli operai in strada protestavano i responsabili sindacali incontravano il prefetto di Catanzaro, Raffaele Cannizzaro,al termine dell’incontro il segretario generale regionale della Cisl, Paolo Tramonti, si è rivolto agli operai annunciando che «c’è l’impegno del Prefetto a garantire il pagamento da parte della Regione di una mensilità subito e di altre due, attraverso il sistema della anticipazioni delle banche, ai primi di agosto». Da parte sua, invece, il segretario della Uil Calabria, Santo Biondo, ha aggiunto che «il Prefetto si è fatto garante per l’intesa e non abbiamo motivo di dubitare della sua parola. Abbiamo spiegato, comunque, al Prefetto che ci troviamo nella situazione di una polveriera e con una classe dirigente irresponsabile». Dopo che i dirigenti sindacali hanno illustrato i contenuti dell’incontro ai lavoratori, è stato deciso di procedere alla smobilitazione degli operai. Il segretario della Cgil, Michele Gravano, ha puntualizzato all’Agi che «nonostante la volontà della presidente Stasi era emersa la scarsa disponibilità dell’assessore Michele Trematerra, tanto è vero che i responsabili della ragioneria della regione non avevano ancora ricevuto i relativi decreti da parte dell’assessorato al ramo», tuttavia con l’arrivo dei decreti negli uffici della ragioneria c’è stata la svolta con la decisione di sospendere la manifestazione anche se «restiamo vigili – ha concluso Gravano – affinchè i tempi concordati siano rispettati».

LA CARENZA DI LIQUIDITA’ – Il problema principale è nato dal fatto che malgrado la Regione abbia  messo in piedi un piano di riorganizzazione, vagliato dall’assessore all’Agricoltura, Michele Trematerra, manca la liquidità necessaria per renderlo operativo. Il patto di stabilità blocca. Da qui il documento che ieri è stato approvato in giunta regionale, l’unico punto dove l’esecutivo si è trovato d’accordo, che chiede al governo se è possibile andare oltre le regole rigide del patto di stabilità. Ieri, in serata, dopo la riunione di giunta regionale, la presidente, Antonella Stasi ha incontrato insieme all’assessore Trematerra i sindacati e una rappresentanza dei forestali. La Regione ha rassicurato e deciso per il pagamento almeno di uno degli stipendi. 

Intanto se nei giorni scorsi i sindacati Cgil, Cisl e Uil sono intervenuti in materia, ieri anche la Coldiretti è scesa in campo a favore dei forestali e ha affermato: «Le non risposte, l’indifferenza, i ritardi, della Giunta Regionale stanno facendo più danni delle malattie che colpiscono gli animali. Assistiamo a ad una inerzia assoluta che sta facendo “saltare il banco” della zootecnia calabrese», Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria, è un fiume in piena. Ieri però alla riunione, tenutasi dopo la giunta, c’era anche l’assessore al Bilancio, Giacomo Mancini che ha chiarito che i soldi arriveranno e presto e gli stipendi saranno pagati. Tutto però va a rilento. 

I sindacati, Cgil, Cisl e Uil nei giorni scorsi avevano inviato un documento in cui scrivevano: «Sono ben tre le mensilità non erogate ai lavoratori con conseguenze drammatiche considerando l’ampio bacino interessato». Per i segretari Tramonti, Gravano e Biondo «tutto ciò non fa che aggravare ulteriormente il quadro di esplosiva emergenza sociale che ormai da tempo affligge la nostra regione, rispetto alla quale il governo nazionale e la classe politica calabrese dovrebbero assumersi le responsabilità che discendono dal loro ruolo istituzionale». Molinari invece della Coldiretti denuncia che nella «Ragioneria Regionale sono in “stasi” completa gli oltre 200 decreti di liquidazione del Dipartimento Agricoltura e il sistema zootecnico dell’Associazione Regionale Allevatori, è ormai allo stremo: diciotto sono le mensilità non corrisposte a dipendenti e veterinari e i fornitori, ormai stanchi, a raffica stanno dando seguito ai decreti ingiuntivi che rischiano di far fallire il sistema allevatoriale». Insomma il problema non è solo dei forestali, ma di tutto che gravita attorno al settore dell’agricoltura e, nelle scorse settimane c’era anche chi aveva chiesto le dimissioni dell’assessore regionale al ramo, Trematerra. 
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