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COSENZA – «Se tutti i Comuni fossero come Casole Bruzio, in Calabria non servirebbero discariche». E’ orgoglioso dei risultati raggiunti dalla sua amministrazione Salvatore Iazzolino, sindaco del piccolo borgo da poco più di duemila abitanti alle pendici della Sila in provincia di Cosenza. Grazie a un sistema di raccolta porta a porta “spinta”, come dicono gli operatori, iniziato nel 2012, in paese sono scomparsi i cassonetti ma senza i problemi registrati ad esempio a Cosenza, dove i carichi vengono declassati perché, ad esempio, nell’organico si trovano scarpe e lattine (LEGGI).
PREMIATO COME COMUNE RICICLONE – Ora Casole ha raggiunto livelli d’eccellenza, tanto da essere stato segnalato da Legambiente come uno dei comuni “ricicloni” d’Italia. Nella graduatoria si registrano il 68,75 per cento di indice di buona gestione con una raccolta differenziata all’87,6%.
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Unico “neo” nella festa, il dispettoso refuso che, sulla targa che premia il comune, ha trasformato il nome del paese. Non più Casole Bruzio ma “Casole Brizio”.
Solo l’1,7 per cento dei comuni calabresi arrivano a sfiorare la definizione di “rifiuti free”, capaci cioé di raggiungere la quota del 65 per cento di raccolta differenziata. Appena sette comuni contro i 409 che compongono la nostra regione, rientrano, infatti, nella classifica “positiva” stilata da Legambiente per l’iniziativa “I comuni più ricicloni” (LEGGI).
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