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COSENZA – Il sindaco di Bisignano Umile Bisignano è stato condannato a tre anni e sei mesi per concussione e violenza privata. La sentenza è arrivata al termine di una storia ruotata attorno a una casa di riposo del luogo, la “Vincenzo Giglio”. Secondo il collegio giudicante il primo cittadino avrebbe abusato della sua carica per condizionare la gestione della struttura, attraverso episodi che si sarebbero consumati in particolare nei confronti di Ivan De Bonis. Quest’ultimo avrebbe ricevuto minacce se non avesse assunto o licenziato personale che gli veniva segnalato dal sindaco. Le minacce sarebbero consistite nel ritardo dell’emissione dei mandati di pagamento che il Comune doveva onorare nei confronti della società che gestisce la casa di riposo e della quale De Bonis ne era amministratore delegato.

Nella sentenza di condanna che riguarda Umile Bisignano anche un episodio di violenza privata, quello che si sarebbe consumato nei confronti di un politico locale, Alessandro Russo il quale dal sindaco sarebbe stato convinto a non informare la stampa della sua decisione di allontanarsi politicamente dallo stesso Bisignano e da Antonello Gallo in occasione delle elezioni amministrative.

Bisignano è stato pure condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e legale durante l’esecuzione della pena e al risarcimento dei danni nei confronti di Ivan De Bonis e Alessandro Russo.

Il primo cittadino invece è stato assolto dall’accusa di concussione nella parte relativa al tentativo di aver chiesto dei rapporti sessuali a una donna sotto minaccia di costringerla a lasciare l’alloggio popolare da lei occupato e di non farla più lavorare nella casa di riposo. Il fatto per i giudici non sussiste come non sussiste, e per questo è stato assolto Andrea Algieri, il tentativo di costringere la donna al silenzio dietro pagamento di denaro.

Assolti infine, perchè il fatto non sussiste, Carmine Emilio Cairo e Marco Polillo dal reato di favoreggiamento. Nel processo si erano costituiti come parte civile Katia Cariati, Ivan De Bonis e Alessandro Russo.

 

 

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