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LAMEZIA TERME – Circa un centinaio di escursionisti da tutto il mondo lo hanno attraversato. Fra questi anche il lametino Antonio Caputo, 41 anni, fin da piccolo amante dell’arte (si è diplomato all’Accademia Belle Arti di Catanzaro realizzando diverse mostre fotografiche) ma soprattutto di escursioni estreme che nel corso degli anni lo hanno portato a scoprire le bellezze naturali di mezzo mondo percorrendo luoghi accattivanti e pericolosi. Caputo sarà uno degli ultimi al mondo ad aver attraversato “il cammino del re” perchè a breve inizieranno i lavori per metterlo in sicurezza affinchè possa essere attraversato da tutti. Diventerà insomma un’attrattiva turistica.
Ma l’avventura di Caputo, che ha avviato anche corsi di escursioni estreme e di sopravvivenza insieme a Daniele Mangiardi, tutta è stata tranne che una tranquilla passeggiata su un sentiero che si affaccia sulla gola di El Chorro, in Andalusia (Spagna meridionale). Caputo sognava da anni di poter attraversare Il Caminito del Rey (il “cammino del re”, in onore del sovrano Alfonso XIII che vi camminò nel 1921), un antico passaggio ricavato nei primi anni del ‘900 sulle ripide pareti di arenaria, a oltre 100 metri dal fiume sottostante. Originariamente costruito per collegare due impianti idroelettrici limitrofi e consentire ai lavoratori di trasportare materiale tra uno e l’altro, è ora pericolante in molte sue parti e interrotto in alcuni punti. Sgangherato e pericoloso è ora chiuso al pubblico. Ma gli scalatori (appunto un centinaio al mondo) debitamente attrezzati e messi in sicurezza, hanno voluto percorrerlo prima dell’avvio dei lavori di ristrutturazione per sistemarlo. Fra questi il lametino Caputo che, passo dopo passo, (fermandosi anche per gustare un pò di nutella con tanto di barattolo al seguito) è riuscito a percorrere i tre chilometri del sentiero noto in tutto il mondo proprio per la sua pericolosità. Non tutti gli escursionisti che si sono recati a El Chorro per percorrere Il Caminito (anche perché si trova in una delle zone più importanti d’Europa per l’arrampicata su roccia) sono riusciti ad attraversarlo. Alcuni sono tornati indietro, altri hanno rinunciato e quattro sono morti. Tutto questo nel corso degli anni ha accresciuto la leggenda nera del percorso. «Paura? Assolutamente no».
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Antonio Caputo infatti racconta la sua esperienza con disarmante tranquillità. Dopo tante estreme esperienze, aver percorso Il Caminito del Rey è stata senza dubbio l’avventura più emozionante. «Per una settimana ho studiato il percorso e poi ho deciso di provarci. Alla fine ci sono riuscito». Caputo non si è fermato nemmeno davanti al divieto assoluto di percorrere il sentiero visto che nel 1999 e nel 2000, dopo gli incidenti mortali che costarono la vita a quattro escursionisti, le autorità dell’Andalusia hanno chiuso l’accesso al percorso, demolendo il tratto iniziale. Ciò però non ha funzionato come deterrente per gli escursionisti, che continuano a trovare il modo per accedervi scalando la parete. È stata anche stabilita una multa dai 6.000 ai 30.000 euro per chi attraversa i binari e le gallerie del treno attraverso le quali si può tornare indietro dal Caminito. Tutto ciò però non ha fermato gli escursionisti, fra cui appunto Caputo che fin da piccolo ha avuto la passione di percorrere sentieri tortuosi. «Viaggiare per me è vita, libertà». E Caputo non si ferma qui. Ha in programma altre escursioni. «Cosa mi spinge a sfidare il pericolo? La curiosità e poi credo che viaggiare sia la migliore forma di cultura». Dopo aver percorso il cammino del re a Caputo insomma non lo fermerà più nessuno, tanto meno il pericolo. Men che meno la paura.
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