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Traffico migranti, gli arresti sono avvenuti in Italia nelle province di Cosenza, Catania e Catanzaro, e poi in Albania, Germania, Oman e Turchia. Il Pm Curcio: «I trafficanti di migranti al corrente della strage di Cutro»
La Polizia di Stato ha smantellato un’organizzazione criminale che gestiva l’immigrazione clandestina tra la Turchia e l’Italia.
Quindici persone – tutti egiziani – arrestate tra le province di Cosenza, Catania e Catanzaro, oltre che in Albania, Germania, Oman e Turchia con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di migranti e di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata dalla circostanza di operare in ambito internazionale.
L’operazione “El Rais” è frutto di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania e condotta dal Servizio centrale operativo e dalla Squadra mobile di Siracusa, in sinergia con l’agenzia Europol, Eurojust, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia e l’unità Human trafficking and smuggling of migrants di Interpol.
IL PM CURCIO SU CUTRO
«I trafficanti erano al corrente della strage di Cutro, tant’è che ne parlavano», ma non erano loro gli organizzatori. Lo ha detto il procuratore di Catania, Francesco Curcio, a margine della conferenza stampa, oggi, martedì 8 aprile 2025, sull’operazione “El rais”.
«In realtà – ha aggiunto – ci siamo accorti da queste indagini che esiste un network di queste associazioni che si tiene in contatto stabile, tant’è che in tempo reale quando succede la terribile vicenda di Cutro viene commentata dai nostri indagati che evidentemente sapevano che in quel momento un’altra organizzazione stava sviluppando questo viaggio finito tragicamente».
A ISTANBUL IL CONTATTO TRA MIGRANTI
Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta, «il contatto tra i migranti era tenuto a Istanbul», ha spiegato il procuratore Curcio, «l’organizzazione aveva una sua rete di persone». «Non abbiamo tracce telematiche di questi contatti – ha osservato il magistrato – quindi riteniamo che questo avvenisse attraverso un passaparola importante perché il soggetto di cui parliamo dalle indagini sembrerebbe che da dieci anni, almeno 10 anni, operava a Istanbul e addirittura sembrerebbe che lui fosse ritenuto il più importante trafficante di esseri umani che operava in quei bar».
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