X
<
>

La mappa delle interdittive antimafia in Italia

Share
2 minuti per la lettura

Lotta al crimine, la mappa delle interdittive antimafia della Dia con Calabria ed Emilia al vertice documenta l’infiltrazione mafiosa in economia


CATANZARO – Con 26 provvedimenti nel primo semestre del 2023, la Calabria è la quarta regione nella classifica delle interdittive stilata dalla Dia, ma questo dato va letto di pari passo con quello dell’Emilia Romagna, che in questa particolare graduatoria è al secondo posto, con 53 provvedimenti, forse perché è una terra «colonizzata» dalla ‘ndrangheta di matrice cutrese, come dice la maxi sentenza Aemilia. Al primo posto troviamo la Campania, con 77 interdittive, seguita appunto dall’Emilia Romagna che, come l’anno scorso, quando era addirittura prima, ha ormai scalzato regioni come la Sicilia, oggi terza con 45 provvedimenti, e la Calabria, appunto quarta con 26.

Come era accaduto, per la prima volta, anche nei due semestri del 2022, quando aveva addirittura il primato nazionale, l’Emilia Romagna, stando ai dati della nuova Relazione della Dia, che si concentra sul primo semestre 2023, si conferma una una delle regioni in cui maggiormente si concentrano i provvedimenti spia dell’infiltrazione mafiosa nell’economia. Il dato emiliano è riconducibile all’influenza della super associazione mafiosa facente capo alla cosca Grande Aracri di Cutro, il cui «epicentro», rilevano gli analisti, è la provincia di Reggio Emilia, dove si concentra il 70% delle interdittive emesse in tutta la regione. Questa organizzazione criminale è stata, infatti, negli anni scorsi oggetto del maxi processo Aemilia, il più grande, per numero di imputati, mai celebrato contro le mafie al Nord.

INTERDITTIVE ANTIMAFIA TRA CALABRIA E REGGIO EMILIA: IL DATO

«Le province di Reggio Emilia (epicentro), Modena, Piacenza e Parma il sodalizio ‘ndranghetista autonomo emiliano oramai cristallizzato nelle diverse pronunce irrevocabili del noto processo Aemilia», scrivono, infatti, gli 007 nella Relazione semestrale. Si consideri, inoltre, che il 70 per cento delle interdittive emesse in Emilia sono emanate dalla sola Prefettura di Reggio Emilia. Segno evidente che la super cosca cutrese, pur colpita con maxi retate e maxi processi dalle Dda di mezza Italia, dispone ancora di ingenti capitali che reimmette nell’economia legale attraverso le proprie imprese di riferimento.

«Per prevenire l’infiltrazione delle mafie nel settore degli appalti pubblici è quindi fondamentale che le istituzioni preposte agiscano in modo efficace rilevando tempestivamente qualsiasi irregolarità nelle procedure di assegnazione degli appalti – osservano gli analisti della Dia – Le mafie “moderne” sono infatti simili a pericolosi trust societari che inquinano l’economia legale, molto spesso ricorrendo alla violenza e all’impiego di capitali illecitamente accumulati.

Ecco perché «La documentazione antimafia emessa dalle Prefetture rappresenta il livello più avanzato di prevenzione amministrativa e mira a impedire alle imprese infiltrate dalla criminalità organizzata di partecipare agli appalti pubblici». La Dia svolge un ruolo essenziale nel monitoraggio delle commesse e degli appalti, assicurando «una rapida elaborazione delle richieste di verifica antimafia inoltrate dalle Prefetture, al fine di valutare il coinvolgimento delle imprese e il rischio di infiltrazione mafiosa, senza però rallentare l’esecuzione dei lavori».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE