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TORINO – La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex assessore regionale Roberto Rosso, arrestato lo scorso 20 dicembre nell’ambito dell’operazione anti ‘ndrangheta “Fenice” e chiamato a rispondere di scambio elettorale politico-mafioso (LEGGI LA NOTIZIA). Inoltre, è stato chiesto che il procedimento venga unito a quello riguardante l’operazione “Carminius”, per il quale oggi si è aperta l’udienza preliminare perché ritenuti procedimenti collegati. L’udienza è stata aggiornata al 6 febbraio.
L’ipotesi degli inquirenti è che Roberto Rosso abbia fatto recapitare del denaro, tramite intermediari, a due presunti boss in cambio di un pacchetto di voti garantito alle ultime elezioni regionali del Piemonte (LEGGI I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE).
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti Rosso non solo avrebbe avuto contatti telefonici ma anche di persona con uomini delle ‘ndrine. In particolare avrebbe incontrato Onofrio Garcea, esponente di Sant’Onofrio del clan Bonavota in Liguria che aveva il compito di riorganizzare un gruppo a Carmagnola, nel comitato elettorale di via Alfieri a Torino.
Mentre i due due mediatori, l’imprenditrice Enza Colavito e Carlo De Bellis, hanno incontrato Rosso in piazza San Carlo. E in tutte le occasioni, precisano gli inquirenti, Rosso sarebbe stato perfettamente consapevole di chi erano i suoi interlocutori.
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