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GIOIA TAURO (RC) – Si sono concluse intorno alle 20 le operazioni di trasbordo dei 78 container con sostanze chimiche siriane. Tutti i container sono al sicuro a bordo della nave militare statunitense “Cape Ray”. Le operazioni sono durate meno di 12 ore come previsto. Al termine del trasbordo, il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ha detto: «L’Italia ha dato prova di grande efficienza in questa delicata operazione di sicurezza internazionale».
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La nave americana Cape Ray ha lasciato il Porto di Gioia Tauro per prima, seguita a distanza di un’ora circa dalla danese Ark Futura. La nave Cape Ray ha incontrato la Foscari della Marina Militare a due-tre miglia dall’imboccatura del porto mentre l’Ark Futura è stata scortata dalle motovedette della Capitaneria di porto e da imbarcazioni della Polizia di Stato fino a 12 miglia. Questa nave dovrà consegnare materiali anche in Germania e in Inghilterra.
A lavori ultimati tutti gli operatori portuali di Gioia Tauro hanno festeggiato, anche con brindisi, la buona riuscita delle operazioni. I delegati dell’Opac hanno ringraziato le autorità italiane per il risultato ottenuto in Calabria.
Ora saranno necessari alcuni giorni di navigazione e poi un ulteriore periodo per la predisposizione dell’impianto prima di cominciare la distruzione delle armi chimiche siriane a bordo della nave americana Cape Ray. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati dal ministro plenipotenziario degli Affari esteri Giovanni Brauzzi oggi in prefettura a Reggio Calabria: «L’idrolisi – ha detto – avverrà in acque internazionali tra la fascia di mare individuata tra la Grecia e la Libia e durerà mesi».
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L’ORGOGLIO DEL MINISTRO GALLETTI – Il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti ha seguito le operazioni in prefettura a Reggio Calabria, dove da martedì si era insediato il centro di coordinamento delle attività, e alle 12 ha tenuto una conferenza stampa a Gioia Tauro. Su twitter il primo commento della giornata nel quale si è detto “orgoglioso”.
Quella di Gioia Tauro, ha detto il ministro incontrando i giornalisti dopo il sopralluogo, «è stata la scelta giusta, oggi lo ha dimostrato» per «la professionalità e la tecnologia avanzata di cui l’Italia è all’avanguardia».
Al porto sono arrivati anche i parlamentari M5S Massimo Artini, vicepresidente della commissione Difesa della Camera, Tatiana Basilio, componente della stessa commissione, Dalila Nesci, Nicola Morra, Paolo Parentela e Federica Dieni: le operazioni, hanno dichiarato, si stanno svolgendo svolgendo «in tranquillità».
UNA “PIETRA MILIARE” – I delegati dell’Opac hanno ringraziato le autorità italiane per «l’eccellente preparazione da parte del governo centrale e dei governi locali»: «Possiamo gioire per questo grande successo – hanno detto davanti al tavolo del centro di monitoraggio e controllo della prefettura di Reggio Calabria -. Questa è una pietra miliare nella storia. Abbiamo garantito che i prodotti chimici siriani possano esser smaltiti nella maniera più sicure, per l’ambiente e per i cittadini».
Soddisfatta anche il ministro degli Esteri Federica Mogherini: «L’Italia ha reso possibile, nella massima sicurezza e nel pieno rispetto delle più rigide regole di tutela ambientale, un passaggio chiave nel processo di distruzione dell’arsenale chimico siriano».
LE OPERAZIONI DI TRASBORDO – La Ark Futura ha trasportato circa 800 tonnellate di agenti chimici, da trasferire sulla nave americana Cape Ray arrivata ieri nel porto calabrese (LEGGI). Il primo container è stato agganciato da una gru ed è stato successivamente adagiato su un camion detto “ralla”, che alle ore 8.48 lo ha trasferito sulla nave Cape Ray. Poi è toccato a tutti gli altri tutti gli altri. Il cronoprogramma è stato rispettato al minuto.
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In tutto si tratta di 78 container da trasbordare: 3 di iprite e 75 di precursori del sarin. I primi 3 container trasferiti sono proprio quelli che contengono iprite (o gas mostarda) per un totale di circa 20 tonnellate. Ai portuali impegnati nel trasferimento dei container sono state fornite tute, maschere e guanti speciali al cui utilizzo sono stati addestrati nei giorni scorsi attraverso corsi di formazione tenuti dalla Medcenter Container Terminal, la società che gestisce lo scalo.
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Dopo le operazioni di trasbordo la Cape Ray si sposterà in acque internazionali e procederà con la neutralizzazione delle armi chimiche che avverrà a bordo mediante idrolisi.
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I CONTROLLI DEGLI ISPETTORI OPAC – Le operazioni sono cominciate dopo l’ormeggio in banchina e alcuni incontri tecnici. Il trasbordo avviene sotto il controllo di un team di ispettori dell’Opac, che sono saliti a bordo della Ark Futura per la verifica del carico. La procedura prevedeva che gli ispettori verifichino il tipo, la quantità e l’imballaggio delle armi chimiche che erano già stati controllati alla partenza dalla Siria, prima dell’inizio delle operazioni di trasbordo sulla Cape Ray.
ZONA ROSSA DI UN CHILOMETRO – Tutta l’area intanto è presidiata dalle forze dell’ordine che hanno creato una “zona rossa” attorno allo scalo. L’intera area portuale è circondata per oltre un chilometro da un centinaio di uomini delle Forze dell’ordine che hanno il compito di impedire ogni accesso.
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Anche lo spazio aereo e la navigazione nello specchio di mare antistante al porto sono interdetti. Grande l’attenzione di tutto il mondo sull’operazione.
IL FLASH MOB E LA PROTESTA DELLA GENTE – Mentre nel porto si trasferiscono i container, all’esterno, fuori dalla zona di sicurezza, un gruppo di persone contesta. Sono oltre cinquanta sotto il sole, compresi alcuni bambini. Indossano magliette con scritto: “Ci state ammazzando di tumore”. Firmato: la Piana di Gioia Tauro. Si tratta dei residenti del quartiere Fiume, quello nel quale ricadono tutti gli impianti compreso il termovalorizzatore. E la loro protesta, spiegano, è legata, oltre che al trasbordo, anche alla presenza di tutti gli stabilimenti che loro ritengono nocivi.
Sospettano che nella zona «vengano lavorati materiali pericolosi in quest’area» e ipotizzano una sorta di «terra dei fuochi» industriale in Calabria (LEGGI).
Il consigliere comunale Giovanni Pantano di San Ferdinando si è dimesso questa mattina dalla sua carica. La sua è una protesta «in segno di contestazione – scrive nella lettera di dimissioni – alla scelta scellerata imposta dal Governo centrale avvenuta in assenza di confronto democratico, nella totale disinformazione e disinteresse verso il territorio e la popolazione».
La sera della vigilia alcune decine di persone tra cui qualche famiglia con bambini, hanno partecipato in piazza a San Ferdinando ad un flash mob organizzato dall’associazione Sos Mediterraneo per dire no all’operazione con armi chimiche siriane.
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I volontari dell’associazione hanno distribuito volantini con su scritto lo slogan “No trasbordo”. Esposti anche dei manifesti che riproducevano l’immagine di una persona con indosso maschere antigas «per – hanno spiegato – sensibilizzare i cittadini della piana di Gioia Tauro ai rischi cui si andrà incontro con l’operazione di trasferimento delle sostanze chimiche. Già nei giorni scorsi un altro flash mob si era svolto a Reggio Calabria (LEGGI) e gli attivisti della protesta hanno spiegato che il territorio è stato lasciato in balia degli eventi senza le informazioni di sicurezza (GUARDA IL VIDEO).
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