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COSENZA – La Corte d’Assise d’appello di Catanzaro ha ridotto a 14 anni la condanna all’ergastolo emessa il 19 settembre del 2013 dal gup del Tribunale di Castrovillari (Cosenza), Annamaria Grimaldi, con rito abbreviato, a carico di Domenica Rugiano, di 54 anni, accusata dell’omicidio del marito Vincenzo Genovese, di 67 anni, e della figlia Rosa, di 26, avvenuto a Villapiana (LEGGI). 

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L’ergastolo fu deciso in accoglimento della richiesta del pubblico ministero. La donna, il 27 aprile del 2012, dopo avere imbracciato un fucile che la famiglia custodiva legalmente in casa, fece fuoco contro il marito. Successivamente sparò e uccise anche la figlia per poi rivolgere l’arma contro se stessa, ferendosi ad una gamba. In stato di choc, si distese sul letto, dove rimase per circa otto ore, fino a quando un passante non vide, nel giardino, il corpo del marito e diede l’allarme. Il movente del duplice omicidio non è stato mai accertato, nè la donna lo ha mai rivelato. 
Domenica Rugiano, pur avendo accanto a sé due telefonini accesi in tutte quelle ore, non chiamò nessuno, probabilmente perché aveva deciso di lasciarsi morire. Ricoverata in ospedale, confessò il duplice delitto qualche giorno dopo. «Mio marito – disse all’epoca al pm Maria Grazia Anastasia, del Tribunale di Castrovillari – era un padre-padrone, un violento, e mi picchiava» (LEGGI LA CONFESSIONE). Domenica Rugiano è stata difesa dagli avvocati Giuseppe Zumpano, Francesco Nicoletti e Rossella Verbari, del Foro di Castrovillari.
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