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CASSANO JONIO (CS) – Il giorno dopo le emozioni regalate da Papa Francesco ai fedeli di Cassano e di tutta la Calabria, nella città in provincia di Cosenza c’è ancora aria di festa e l’argomento del giorno non può che essere la visita del Pontefice. 

Così, per la messa del Corpus Domini, la Cattedrale è gremita di fedeli ed è il vescovo, Monsignore Nunzio Galantino, a tornare sulle parole pronunciate sabato da Francesco: «Il Papa – ha detto nell’omelia – ieri è riuscito a coniugare il tema delle Letture con la vita quotidiana e ci ha dimostrato che quando si devia si diventa scomunicati e questo significa essere fuori dalla comunità religiosa. La lotta alla malavita – ha aggiunto mons. Galantino – è uno stile di vita che bisogna avere come credenti. La Parola di Dio è legata alla vita di tutti i giorni».

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Il segretario generale della Cei ha poi aggiunto: «Chi non si riconosce nella centralità di Dio e sceglie idoli finisce per essere travolto dalla violenza. Ed è quello che è successo nella nostra comunità nei primi due mesi dell’anno con la vicenda di Cocò e con l’uccisione di don Lazzaro». 
«Bisogna invece essere vicini a Dio – ha aggiunto ancora mons. Galantino in una cattedrale gremita di fedeli per celebrare la festività del Corpus Domini – perché l’Eucarestia ci porta alla vicinanza del Signore. Il pane dell’Eucarestia è il pane del cammino. L’esperienza religiosa non è un dopolavoro, ma deve entrare nella mentalità di ognuno di noi. In chiesa non è che si viene quando non si ha niente da fare, ma bisogna venire sempre».
Ma il vescovo è tornato anche ad esprimere parole di ringraziamento per il Pontefice: «Voglio dire grazie al Santo Padre per quello che abbiamo vissuto ieri qui nella diocesi di Cassano allo Jonio e in Calabria con la sua visita e le sue parole. In questi mesi ci siamo preparati avendo come faro il chiedere perdono e il chiedere scusa. E secondo me questa è la direzione giusta». 
Sulle parole del Papa, con la scomunica dei mafiosi, è tornato anche don Luigi Ciotti, il quale in una intervista a Repubblica ha detto: «E’ proprio il richiamo del Papa a suonare come sprone per la stessa Chiesa affinché non sia tiepida bensì coraggiosa», «nessuno deve dimenticare il comportamento anche eroico di tanta gente di Chiesa. Ma, insieme, occorre riconoscere che ci sono state, e ci sono, anche tante fragilità, zone d’ombra». 
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