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TAURIANOVA (RC) – Due monaci del Convento dei Frati Cappuccini di Taurianova padre Giuseppe Morabito di 77 anni e padre Francesco Mazzeo di 65 anni da ieri versano in gravi condizioni e sono ricoverati presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Polistena in prognosi riservata dopo aver mangiato un minestrone nel quale per errore erano stati cucinati foglie di stramonio, un potente veleno naturale molto usato nel medioevo scambiandoli per  delle verdure commestibili.  

Era stato uno dei due monaci a raccogliere la verdura in giardino consegnandola poi alla cuoca del convento che aveva preparato un minestrone. A pranzo quest’ultima aveva servito la pietanza che era stata assaggiata da uno dei due frati che subito si è sentito male mostrando segni evidenti di avvelenamento.  Viste le sue condizioni i monaci hanno chiesto l’intervento del 118 che l’hanno trasporto all’ospedale di Polistena. Poco dopo, però un altro cappuccino che aveva mangiato il minestrone aveva manifestato anch’egli un malore ed anche quest’ultimo ha seguito il confratello in ospedale. I medici hanno subito chiesto ad un altro confratello che li aveva seguiti in ospedale cosa avessero mangiato e quest’ultimo ha chiamato in convento facendo arrivare la cuoca che ha portato con se una parte della verdura usata nel preparare il minestrone. 

I medici hanno potuto così  accertare cosa ha provocato l’avvelenamento appunto foglie di stramonio anche detta “erba del diavolo” ed “erba delle streghe” (una sorta di paradosso visto le vittime che ha provocato) si riferiscono alle sue proprietà allucinogene, utilizzate sia a scopo terapeutico che nei rituali magico-spirituali dagli sciamani  di molte o tribù indiane. Contiene, infatti, alcaloidi  allucinogeni e atropina. L’uso dello Stramonio per questo tipo di finalità è estremamente pericoloso in quanto la dose attiva di alcaloidi allucinogeni è molto vicina alla dose tossica. I sanitari dell’ospedale di Polistena si sono subito messi in contatto con il Centro Antiveleni ed hanno iniziato dopo aver praticato ai due monaci una lavanda gastrica, una terapia farmacologica. Entrambi però, versano in condizioni gravi. 

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