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In occasione del trentennale del gol di Gigi Marulla nello spareggio con la Salernitana pubblichiamo l’articolo di Paride Leporace scritto nel giorno della morte del campione rossoblu avvenuta il il 19 luglio del 2015 e tratto dal suo blog “Parideleporace.it Meridiani e Paralleli-
Marulla i cosentini piangono il gran morto di loro gente.
Triste destino per un eroe della domenica lasciar il mondo in una maledetta domenica. A Cosenza nel bel periodo in cui “a Duminica era du palluni” Gigi Marulla e’ stato l’uomo bandiera per antonomasia.
I ragazzini degli anni Ottanta l’hanno amato come un eroe dei cartoni animati, i vecchi tifosi in suo nome hanno messo in archivio le prodezze di Campanini, gli ultra’ suoi coetanei l’hanno idolatrato dall’inizio alla fine come il campione perfetto che mai ti abbandona e che tutto ti dona.
Ai Nuclei sconvolti con il suo cognome piano aveva permesso anche il calembour da sballati “Marulla La Canna” incrociandosi con un giocatore di bruzia schiatta popolare. Piange Cosenza dal Busento al San Vito, dalle Cannuzze a Vaglio Lise l’uomo bandiera d’altri tempi. Campione dell’era bella del miglior ciclo rossoblu, Marulla e’ stato per Cosenza quello che furono Juliano per il Napoli, Bulgarelli per il Bologna, Mazzola per l’Inter, Rivera per il Milan, Riva per il Cagliari.
In provincia però a Cosenza nel periodo più’ bello della storia centenaria dei Lupi e fa piacere che Fabrizio Bocca nel suo blog su Repubblica abbia colto questo particolare versante di storia patria calcistica fatta di belle azioni e sentimenti veri. Calabrese di Stilo, esordio ad Acireale, parentesi illustre nel Grifone genoano gemellato dei lupi silani, poi Avellino e un finale per nulla triste e solitario nel Castrovillari. In mezzo e dopo solo Cosenza.
La statistica narra delle presenze e dei goal che lo mettono in cima a tutti gli altri. Una forza propulsiva nel piede e nella testa. Il coraggio mai domo. Molti cosentini hanno un foto con lui presenza fissa e amichevole della fede pallonara. Un giro nei social vi permetterà dii capire come era intimo e familiare ad una popolazione intera.
Una moglie cosentina, due figli cosentini, una “mutria” magno greca diventata cosentina quella di Gigi Marulla. Nome da musical americano, cognome da ditirambo, egli è stato il nostro Rambo nell’area di rigore degli avversari. Giacomo Mancini per la sfida elettorale con don Peppino Carratelli, presidente della promozione in serie B lo chiamò in lista per bilanciare il gap tifoso.
Gigi Marulla come una varchiglia di Renzelli, come una poesia di Ciardullo, come una pagina di Telesio. Marulla adorato a Cosenza e dalla sua provincia grande. Dai Casali al Manco, dalla bizantina Rossano fino ad Amantea abbiamo avuto il nostro Maradona. Senza gli eccessi da pibe isterico. Calabrese buono Gigi. Solidale e amico della Terra di Piero, allenatore di D è campione di scuola calcio, compagnone di tifosi e giornalisti. E ai grandi campioni spettano le leggende intramontabili. La ritualità del goleador a volte incontra gesta da Omero che la poesia popolare tramanda a futura memoria:. “Te lo ricordi Marulla” canteremo noi cosentini fino alla fine del mondo quando incontreremo i salernitani.
All’Adriatico di Pescara si lottava per non retrocedere. E al supplementare a pochi minuti dai rigori con la determinazione di un Rombo di tuono la Gloria arride all’audace centravanti che incanta l’Italia in una rara diretta televisiva Rai di quegli anni. Si,ti ricordiamo Marulla, e ti veneriamo ancora, e non ti dimenticheremo mai per la tua forza e la tua generosità. Achille degli stadi che avevi come tallone da ferire un cuore generoso che ci lascia orfani e tristi del nostro capitano. Oh capitano che a Padova tentasti l’altro miracolo in mezzo ai nani indecorosi.
Un eroe che non ha abbandonato mai la sua truppa. Nelle nostre strade e nelle piazze il suo nome sarà ricordato con un sibilo di gioia che freme al ricordo di qualcosa di straordinario. Te lo ricordi Marulla? La nostra bandiera. Un uomo vero. Idolo delle tifose che iniziarono ad affollare gli spalti cosentini in coincidenza della sua ascesa e che non hanno mai visto una sua caduta sul campo e tantomeno nella vita privata durata troppo poco per infamia del Fato.
È spirato di sera Gigi Marulla come nella poesia di Garcia Lorca. A Cavinia luogo incantato delle nostri estati gli dei hanno distrutto un nostro sentimento certo. Noi cosentini perdiamo un amico e un campione. Nel lutto terribile guadagniamo un mito. Ti ricorderemo per sempre Marulla. Ti siamo grati per la gioia che hai regalato ai migliori anni della nostra vita di tifosi. Ululano dolore i lupi sul Busento.
Onorano Gigi Marulla che fu e resta l’unico vero re di Cosenza.
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