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Cristiano Lucarelli, allenatore della Ternana

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I cori dei tifosi, gli applausi, la visita dei vecchi amici. E poi, inevitabile, il ricordo di Gigi Marulla. Un ricordo commovente, toccante. In sala stampa, subito dopo la fine della partita fra il Cosenza e la Ternana, il tecnico degli umbri, Cristiano Lucarelli, ha inteso rammentare la figura della bandiera rossoblù, il compianto bomber di Stilo, con il quale è stato compagno di squadra nella stagione 1995/96, quando il centravanti livornese, allora ventenne, esplose letteralmente con la maglia del Cosenza (32 presenze e 15 reti).

I cori dei tifosi

«Mi è capitato di ascoltare i canti dei tifosi nei miei confronti – così Cristiano Lucarelli – ma sempre prima o dopo la partita, mai durante, com’è successo qui a Cosenza. Ringrazio tutti, d’altronde non ho mai nascosto i miei sentimenti verso questa squadra e questa città. Sono davvero contento per l’accoglienza. In tanti sono venuti a trovarmi in albergo».

La visita alla tomba di Gigi

Assieme a Kevin, il figlio di Marulla, si è recato sulla tomba dell’indimenticabile bomber rossoblù «e lo farò ogni qual volta tornerò qui a Cosenza». Anche perché «porto ancora dentro di me il rammarico di non aver potuto presenziare al suo funerale, a causa di impegni professionali che non potevo rinviare, per via di una partita».

Marulla maestro di vita

Così lo ha definito Cristiano Lucarelli e ne spiega anche il motivo: «Quando arrivai, giovanissimo, qui a Cosenza, lui era già il re di questa città. Avrebbe avuto tutti i motivi per essermi ostile e per non favorire la mia esplosione». Invece «mi ha trattato come se fossi un suo figlio adottivo. A ogni allenamento mi faceva calciare in porta, mi consigliava, mi insegnava i movimenti». Insomma: «Un grande uomo, un maestro calcistico e di vita, che ha messo da parte l’orgoglio per favorire un ragazzino sconosciuto che arrivava in questa città. Per amore del Cosenza ha messo da parte gelosie e invidie e per tutto questo rimarrà sempre nel mio cuore. Lo ricordo con un affetto incredibile».

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