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COSENZA – “Il silenzio degli incompetenti”. Si è portati spesso a sintetizzare così quello che sta succedendo all’interno del Cosenza Calcio: riprendendo il romanzo di Thomas Harris, “Il silenzio degli innocenti”, diventato poi un film di successo che ha conquistato ben 5 premi oscar.
Il presidente del Cosenza Calcio, paragonandolo ad Anthony Hopkins nel film sopra citato, è il protagonista di ciò che sta vivendo la città di Cosenza e i suoi tifosi: a 40 giorni dalla retrocessione in serie C, sta pian piano mietendo le sue vittime.
A cominciare dai tifosi che con rabbia, ma con molta civiltà, hanno fatto sentire a più riprese il proprio dissenso contro chi si è voluto far sordo alla “cortesia”, chiesta dai tifosi stessi, di mettersi da parte per sempre. Evidentemente non gli importa ciò che pensa la “sparuta minoranza” che lo contesta.
E alla fine ha pure ragione. Il Cosenza Calcio non è interpretato come un bene della città e dei suoi tifosi, ma solo come una delle sue imprese che, come tale, deve solo portare profitto per le sue casse, senza considerare il contorno sociale di una città che fa fatica ad emergere sotto tanti punti vista.
Quello che fa rimanere allibiti è il dubbio se abbia compreso o meno che con il suo modo di fare sta erodendo, giorno dopo giorno, tanti rapporti creati in città e, soprattutto, sta dilapidando un bene che è solo della città e della sua gente, dei suoi tifosi e dei bambini che sognano di vedere grandi calciatori calcare il manto erboso del “Marulla” e tifare per l’amata squadra della città.
Prima o poi dovrà uscire allo scoperto, è vero, e c’è curiosità soprattutto per quello che dirà in una ipotetica conferenza stampa. E non tanto in relazione al direttore sportivo, all’allenatore e alla rosa di calciatori che avrà scelto. Più tempo passa e più sarà difficile per Guarascio mettere insieme le giuste parole che possano far pendere nuovamente l’ago della bilancia dalla sua parte.
Non basterà scegliere allenatori o calciatori di prim’ordine. I tifosi non sono così stupidi, vogliono “altre” risposte… È oltremodo innaturale, in caso di un incontro con la stampa, immaginare un confronto dai toni pacati, visto anche il poco rispetto per una categoria che ha dimostrato nel tempo grande professionalità e vicinanza ai colori rossoblù e che da 40 giorni è stata messa da parte senza poter informare i lettori, i tifosi e la città di Cosenza sulle intenzioni di un imprenditore che con la sua albagia ha fatto terra bruciata intorno a sé.
Il tempo passa e il “modus operandi” di Guarascio non muta. Odio, rancore e rabbia crescono con il suo silenzio… che è “il silenzio degli incompetenti”, ovvero il silenzio di chi dà l’impressione di non sapere cosa fare e come farlo. Indipendentemente se sia davvero così o meno…
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