Eugenio Guarascio
2 minuti per la letturaCOSENZA – Una vera e propria insofferenza. Saranno i risultati, sarà il rischio purtroppo concreto della retrocessione; sarà che effettivamente si poteva fare diversamente e non si è riusciti a farlo, ma la lettera aperta dell’Associazione Cosenza nel Cuore è l’espressione di un sentimento diffuso all’interno della tifoseria cosentina per la vicende della loro squadra del cuore.
Ecco il contenuto della lettera, intitolata “Difendiamo i nostri colori. Fuori i mercanti dal tempio”.
«Far diventare un affare personale la storia ultra centenaria calcistica di una città e di un’intera provincia: no, questo proprio no! Le varie anime della tifoseria, ognuna a suo modo e con i suoi mezzi, hanno cercato sempre un canale di dialogo con il presidente, presentando progetti per costruire qualcosa di importante, inclusivi e integranti, senza mai però ottenere risposte, ma solo indifferenza. Il disegno di Eugenio Guarascio, ritrovatosi per caso presidente del Cosenza Calcio, se nei primi 5 anni è stato quello di far dimenticare gli obbrobri di passate gestioni scriteriate (compito facile, quindi), non si è mai trasformato in qualcosa di più concreto, di più strettamente calcistico».
«Insomma – si legge ancora nella lettera –, siamo fermi, piantati e cementati ancora al 2011, quando veniva presentato alla tifoseria il manager di Ecologia Oggi. La prova del nove della sua voglia di fare calcio, fallita clamorosamente a prescindere da come finirà questa stagione, è stata senza dubbio la Serie B, raggiunta a gran fatica e con favorevoli combinazioni. Tre anni senza mai un progetto ben preciso, tre anni senza mai fare quei “piccoli passi in avanti” tanto sbandierati con orgoglio e decisione dal patron, che di fatto in avanti non li abbiamo certo visti».
«Non si sono mai chiesti ingenti investimenti: i 4,5 milioni gestiti ogni anno, del resto, potrebbero essere più che sufficienti per conservare la cadetteria – continua l’Associazione – ma quello che difetta è l’assoluta inadeguatezza, anzi la totale assenza, di una benché minima organizzazione! Ragionamenti abulici fatti in tv, avulsi da qualsiasi realtà, hanno smascherato un Guarascio che aveva, e ha, come compito, semplicemente quello di mantenere attiva la partita iva del Cosenza Calcio. Un compitino deciso a tavolino, portato avanti in maniera sfacciata, fuori da ogni logica calcistica. Arrivando persino ad offendere senza mezzi termini un’intera tifoseria. Basta! È arrivato il momento di fare fronte unico, di far capire al signore di Lamezia, senza mai trascendere in atti violenti, che se la sua volontà è quella di continuare a gestire come un giocattolo una società di calcio che il calcio vero lo ha vissuto e lo conosce bene, può dedicarsi tranquillamente ad un altro hobby, finendo di infangare la lunga cultura calcistica cosentina. Riuniamoci, incontriamoci e decidiamo il mezzo migliore. Uniti per difendere i nostri colori».
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