Il presidente della Fin, Paolo Barelli, e Alessandro De Rose
2 minuti per la letturaCOSENZA – Dopo la medaglia d’oro di Giovanni Tocci (LEGGI TUTTE LE NOTIZIE CON TOCCI OSPITE LUNEDI’ DEL QUOTIDIANO), nuovo grande successo targato Calabria ai mondiali di tuffi in corso a Budapest.
Alessandro De Rose ha, infatti, vinto la medaglia di bronzo nei Mondiali di tuffi dalle grandi altezze. Il 25enne cosentino, tesserato per la Trieste Tuffi Edera 1904, allenato dalla fidanzata Nicole Belsasso, pochi giorni fa protagonista del successo a Polignano a Mare davanti a 50.000 persone, ha chiuso la gara con tuffi dai 27 metri, nello spettacolare scenario del Danubio, con un punteggio di 379.65.
Davanti a lui lo statunitense Steve Lo Bue, oro, con 397.15, e il ceco Michal Navratil, argento, con 390.90.
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Alessandro De Rose ha conquistato la medaglia più coraggiosa della spedizione azzurra a Budapest. Il cosentino ha superato il taglio del quarto round con un triplo avanti con un avvitamento e mezzo e si è affacciato all’ultimo tuffo al settimo posto. Eseguita benissimo la verticale all’indietro con due salti mortali e mezzo e tre avvitamenti. Ha vinto anche l’ultima incertezza, “grazie alla mia psicologa Consuelo Manfredi che mi aiuta a credere di più in me stesso” e con il quinto salto è risalito fino al primo posto provvisorio ma doveva aspettare gli ultimi quattro. Lo superano Lo Bue e Navratil. Resta solo l’ex campione del mondo Hunt – in testa sin dal primo round – che prova un tuffo rischiosissimo, “il più difficile di tutti”, e all’ingresso in acqua non convince la giuria.
La conquista, invece, De Rose, che ha già conquistato tutti con i suoi occhi verdi pieni di passione e amore per questo sport. Questa medaglia, la 15esima dell’Italia al mondiale ungherese, la dedica a suo padre che non c’è più: “Spero che sia contento. Gliela porterò quando scenderò a Cosenza ad abbracciare la mamma”, ha detto De Rose.
De Rose è raggiante, incredulo. Ancora non riesce a realizzare che si è tuffato nella medaglia di bronzo dopo un volo di 68 metri in quattro tappe. “Non tifo mai negativamente per gli altri ma dentro coltivavo la speranza. Il tuffo eseguito da Gary Hunt (che lo precedeva in classifica, ndr) è il più difficile al mondo, hai il 50% di possibilità: puoi farlo da 9 e lo puoi sbagliare. Stavolta sono stato fortunato perchè in pratica ha determinato la mia medaglia. Dopo il mio tuffo non avevo realizzato perchè ero settimo; mi dicevo di stare tranquillo, pensavo alle parole della mia psicologa Consuelo Manfredi, che consiglio a tutti. E’ bravissima e mi ribadisce sempre di restare umile, di cercare equilibrio tra mente e fisico”, ha spiegato il cosentino.
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