X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

“Ustica, una breccia nel muro”: le colpe della Francia e il mistero del casco di un pilota Usa trovato ad Amantea; Giletti in onda stasera su Rai 3

CI sarà anche un casco tra i protagonisti di “Ustica, una breccia nel muro” di Massimo Giletti che va in onda questa sera 25 giugno 2024 su RaiTre alle 21.20. Un casco da pilota di un aereo militare Usa: bianco con due frecce nere ai lati. Al suo interno si può ancora leggere un nome e delle sigle.
Giletti lo terrà in mano, lo mostrerà alle telecamere e racconterà una storia che, ovviamente, non possiamo svelare. Una storia con alcune certezze e diversi interrogativi che restano ancora appesi e che, forse, il tempo aiuterà a risolvere.

La “breccia” nel muro di segreti e silenzi che ancora parzialmente avvolge la vicenda del Dc9 Itavia Bologna-Palermo che alle 20.59 del 27 giugno 1980 esplose in aria e s’inabissò in frantumi nel Mar Tirreno con 81 persone a bordo, è però un’altra. Una “breccia” che nasce dal lavoro indefesso del grande giornalista Andrea Purgatori, scomparso un anno fa e che conferma la sua tesi sul fatto che il Dc9 venne abbattuto da un missile.

La novità di questa sera porta dritta alla colpevolezza dei francesi in questo gravissimo delitto dei cieli. In un’intervista a Simonetta Fiori di Repubblica del 2 settembre scorso, Giuliano Amato (statista, già presidente del Consiglio e ministro, giudice della Corte Costituzionale) spiegò con dovizia di particolari come andarono le cose, quella sera nel trafficatissimo cielo di Ustica. I francesi (d’accordo con la Nato) avevano escogitato un piano per uccidere il leader libico Muammar Gheddafi, ma Gheddafi, probabilmente avvisato da Craxi che aveva avuto qualche sentore del progetto, non salì sul Mig che doveva portarlo all’estero.

Secondo questa ricostruzione, un caccia francese, partito da una portaerei al largo della Corsica o dalla base corsa di Solenzana si mise all’inseguimento del Mig libico. È probabile che il Mig abbia tentato di nascondersi “all’ombra” del Dc9 e che il missile destinato al caccia libico abbia colpito il volo civile italiano. Un’altra ipotesi è che il Mig sia stato colpito e l’esplosione abbia coinvolto il Dc9. Fatto sta che il volo Itavia precipitò in mare e tutti a bordo morirono, mentre il Mig libico finì la sua scorsa schiantandosi sui monti della Sila calabrese.

Giuliano Amato ha raccontato questa versione (suffragata da prove, fatti e testimonianze) oltre nove mesi fa. Adesso, Giletti aggiunge un altro tassello con la drammatica testimonianza dell’ex addetto militare dell’ambasciata francese a Roma. L’uomo, ripreso in una casetta di campagna piuttosto cadente, col volto oscurato e senza nome, racconta di aver mentito alla Commissione d’Inchiesta italiana sulla strage di Ustica nel 1990. E conferma di aver detto di non avere a disposizione i tracciati dei radar di Solenzana perché quella sera erano guasti e l’attività era stata sospesa.

«Mi dissero – spiega oggi il colonnello francese a Giletti – di non consegnare i tracciati dei radar agli italiani e di rispondere che quella sera il sistema era guasto». Ma altri testimoni raccontarono che, quella sera, l’attività della base di Solenzana era altissima.
Nell’intervista a Repubblica, Giuliano Amato disse che il presidente francese Macron avrebbe dovuto chiedere scusa all’Italia. Lo scoop di Giletti rende adesso le scuse ancora più urgenti.

Ma torniamo al casco di cui il Qds è in grado di mostrare alcune immagini. Sì, perché, all’origine del suo ritrovamento, c’è un nostro giornalista: Paolo Orofino. Orofino venne a sapere dell’esistenza del casco nei primi anni duemila. Glielo mostrò un pescatore di Amantea (successivamente deceduto) che gli raccontò di averlo trovato nell’estate del 1980: gli era rimasto impigliato a una rete durante una battuta di pesca. Il casco era in ottime condizioni e il pescatore lo usava per andare in motorino.

All’interno del casco, alcune sigle e un nome che riportano all’aviazione americana, a un ragazzo poco più che ventenne morto in missione e a una statua in una scuola della Pennsylvania che lo ricorda. Non diciamo altro per non spoilerare il lavoro della squadra di Massimo Giletti, ma i misteri intorno al casco, alla data esatta del suo ritrovamento e alcune altre strane incongruenze, ci portano a un possibile collegamento con la vicenda di Ustica. Se avrete la pazienza di aspettare questa sera e la trasmissione di Massimo Giletti, tutto vi sarà più chiaro.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE