Ivana Lotito nei panni di Ciccilla
3 minuti per la letturaMaria Oliverio, per tutti Ciccilla, sarà interpretata da Ivana Lotito, la Serie Briganti sarà su Netflix a partire dal 23 aprile
COSENZA – Tutto pronto su Netflix per la serie tv “Briganti” che andrà in scena a partire dal 23 aprile. Il soggetto è firmato dal collettivo Grams. La serie tv è composta da sei episodi ed è ambientata nell’Italia meridionale post-unitaria, si ispira liberamente alla storia di Filomena Pennacchio (interpretata nella serie tv dall’attrice Michela De Rossi), la celebre brigantessa campana e alla sua storia d’amore con il brigante Giuseppe Caruso. Ci sarà spazio anche per la vita della brigantessa calabrese Maria Oliverio, meglio nota come “Ciccilla” (soprannome datole forse in onore di “Franceschiello” di Borbone). In Calabria, e in particolare nella provincia di Cosenza, sono celebri i racconti e le canzoni popolari sulle gesta dell’amazzone della Presila. Nella serie tv targata Netflix l’attrice Ivana Lotito interpreterà Ciccilla mentre Orlando Cinque spetterà il ruolo di Pietro Monaco.
CHI ERA MARIA OLIVERIO ALIAS CICCILLA, TRA I PERSONAGGI DELLA SERIE NETFLIX “BRIGANTI”
Maria Oliverio nacque a Casole Bruzio il 30 agosto 1841. Gli occhi scuri, i capelli nero corvino e i lineamenti delicati conquistarono Pietro Monaco e nel 1858 i due si sposarono. Monaco si arruolò dapprima nell’esercito borbonico poi passò nelle file garibaldine. Tornato a casa le promesse di Giuseppe Garibaldi furono però disattese, Monaco disertò e uccise un possidente terriero. Circostanze che lo costrinsero a darsi alla macchia e a iniziare la parabola da brigante contro gli odiati “piemontesi”.
Nel marzo 1862 Maria, pur non avendo commesso alcun reato, venne incarcerata insieme alla sorella Teresa a Celico. L’obiettivo era spingere il marito a costituirsi o, molto più probabile, ricattare Monaco affinché uccidesse alcuni pericolosi briganti filo-borbonici. Dopo il rilascio non esitò a uccidere brutalmente la sorella Teresa. Il movente non è stato mai totalmente acclarato. Pare che Maria sospettasse una relazione tra Teresa e Monaco anche se in molti sostengono la tesi della vendetta in seguito a una calunnia. Teresa avrebbe infatti diffuso la diceria che Maria si fosse concessa ai carcerieri durante i due mesi di reclusione a Celico. Resta il fatto che le mani di Maria si sporcarono del sangue di un atroce delitto. Dopo l’omicidio Maria raggiunse il marito e divenne per tutti “Ciccilla”.
LEGGI ANCHE: Arriva su Netflix “Ciccilla”, l’amazzone della Presila
L’ASCESA NELLA BANDA E LA CONDANNA AI LAVORI FORZATI
Accolta con diffidenza dagli altri membri della banda, Ciccilla conquistò ben presto fiducia e rispetto. Non era solo la donna del capo. Usava le armi e sopportava i disagi e le privazioni della vita da brigante esattamente come un uomo. Si rivelò una leader naturale in simbiosi criminale con il suo Pietro. Prese parte attivamente a sequestri e diverse rapine nella provincia di Cosenza. Secondo le ricostruzioni dell’epoca il 23 dicembre del 1863 Monaco venne ucciso a Pedace dal suo braccio destro Salvatore De Marco, alias Marchetta, mentre dormiva accanto alla moglie.
La stessa Ciccilla fu ferita al polso nell’agguato. Per 47 giorni si nascose nei boschi della Sila insieme ad altri uomini della banda. Venne catturata, dopo un cruento scontro a fuoco, a Caccuri. Processata a Catanzaro fu condannata a morte ma il re Vittorio Emanuele II le concesse la grazia commutando la pena capitale nei lavori forzati a vita. Non esistono prove certe sulla sorte di Ciccilla dopo la sentenza, forse trascorse gli ultimi anni di vita nel Forte di Fenestrelle, in Piemonte. Anche lo scrittore Alexandre Dumas, sul giornale “L’indipendente” scrisse delle vicende di Pietro Monaco e Maria Oliverio.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA