X
<
>

Federica Di Lieto, la concorrente che ha usato il miele di fichi tipico della tradizione gastronomica cosentina

Share
3 minuti per la lettura

GLI INGREDIENTI che rischiano di cadere nel dimenticatoio sono stati i protagonisti della Mystery Box nell’ultima puntata di Masterchef. I giudici Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli infatti, per sensibilizzare al tema della biodiversità in pericolo, con coltivazioni antiche a rischio abbandono, hanno scelto di far trovare sotto la Mystery Box prodotti un tempo molto usati e oggi considerati di nicchia.

Tra i 10 ingredienti provenienti da varie parti d’Italia anche uno calabrese: “u meli i ficu” del cosentino. Una melassa di fichi di antica tradizione culinaria nel territorio di Cosenza, nella Valle del Crati («da 20 chili di fichi si ottiene un solo chilo di melassa» ha spiegato Bruno Barbieri). Un prodotto che si sposa bene sia nelle preparazioni salate, con la carne che in quelle dolci. E il miele di fichi ha portato fortuna alla concorrente calabrese, Federica Di Lieto, che è risultata la migliore della sfida.

Federica, proviene proprio dal cuore della Valle del Crati, Montalto Uffugo, e ha conquistato i giudici presentando una zuppa di cipolla uva ceci e farina, con cipolla caramellata e pomodori confit, cialda di pecorino e spezzatino di agnello e miele di fichi e cotenna croccante, un piatto che per il sapore Cannavacciuolo ha definito «da pelle d’oca».

I concorrenti hanno dovuto quindi preparare un piatto usando tutti gli ingredienti e sprecandone il meno possibile. Insieme al miele di fichi c’erano la sgridda, un pecorino sardo molto antico di Escalaplano (Sardegna); i ceci neri della Murgia, da Acquaviva delle Fonti (Bari); il lupino gigante di Vairano (Caserta); il peperone di Polizzi (Palermo); l’uva saslà dalla zona dei colli bolognesi tra Castello di Serravalle e Monteveglio; il pomodoro canestrino di Lucca; la cipolla paglina di Castrofilippo (Agrigento); la farina del grano di Solina del Gran Sasso, nella zona dell’Aquila; l’agnello sambucano della Valle Stura, in provincia di Cuneo. Il pregio di Federica è stato quello di aver trattato l’agnello con grande cura riuscendo a unire anche gli altri nove ingredienti in modo equilibrato.

Federica, vincitrice della Mistery, ha avuto poi la possibilità di incontrare un ospite d’eccezione: Flynn Mc Garry, l’enfant prodige della cucina americana, che ha aperto il suo primo ristorante all’età di 19 anni. Il giovane chef nella Masteroom ha presentato tre preparazioni speciali, che i concorrenti hanno dovuto replicare.

Nella scorsa puntata, invece, protagonista dell’Invention test era stato uno chef stellato calabrese, Nino Rossi del ristorante Qafiz di Santa Cristina d’Aspromonte. Lo chef calabrese ha presentato la sua cucina contemporanea del Sud che si inserisce al confine tra l’alta cucina italiana e quella francese, a metà strada tra preparazioni tradizionali e creative contemporanee. Tre i piatti che Nino Rossi ha portato a Masterchef: lingua con ricci di mare, mango, nduja e spuma di mandorle; il piatto con il lombo di capra, il fungo porcino, le nocciole fresche, una salsa di prezzemolo e lo scampo crudo e per finire, il piatto con una gelatina di ponzu calabrese con al suo interno un gambero rosso, dei piparelli, biscotti tipici calabresi, l’emulsione di cozze, il limone candito e il finocchietto marino.

Una bella vetrina per un talento che rappresenta la nuova generazione di cuochi calabresi sempre più proiettata verso l’alta cucina ma con i piedi ben piantati nella tradizioni e nei prodotti di una terra ricca.

Federica pur non eccellendo nella seconda prova ha mantenuto il grembiule di Masterchef e continuerà la sua scalata di aspirante chef.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE