INDICE DEI CONTENUTI
- 1 Prima nazionale de “Il vedovo” al Rendano di Cosenza: la conferenza stampa
- 2 Il commento del sindaco Franz Caruso
- 3 Promozione della città di Cosenza
- 4 Massimo Ghini: l’idea di portare in scena “Il vedovo”
- 5 Il sottotesto dell’opera “Il vedovo”
- 6 L’incontro di Massimo Ghini con Alberto Sordi
- 7 Massimo Ghini elogia il Rendano
- 8 Le dichiarazioni di Paola Tiziana Cruciani
- 9 Il regista Ennio Coltorti
- 10 “Il vedovo”: la trama
Al Rendano di Cosenza, la prima nazionale de “Il vedovo” in scena il 1° e il 2 febbraio con Massimo Ghini e Paola Tiziana Cruciani.
COSENZA – Si accendono i riflettori su uno degli eventi più attesi della stagione di prosa cosentina. Nel Salone di Rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dello spettacolo “Il vedovo”. Una rivisitazione teatrale di uno dei capolavori della commedia all’italiana. La pellicola, firmata dal grande Dino Risi nel 1959, e interpretata da due giganti del cinema come Alberto Sordi e Franca Valeri, torna in scena con una nuova veste, pronta a conquistare il pubblico calabrese. La pièce teatrale debutterà in prima nazionale al Teatro Rendano di Cosenza sabato 1° febbraio alle ore 20.30, con replica prevista per domenica 2 febbraio alle ore 18. Dopo la tappa calabrese, lo spettacolo andrà in scena al Teatro Parioli Costanzo dal 25 febbraio al 9 marzo.
L’adattamento teatrale de “Il vedovo”, curato da Ennio Coltorti e Gianni Clementi, con la regia dello stesso Coltorti, promette di rendere omaggio al film con una freschezza contemporanea, senza perdere l’essenza di quella comicità irriverente che ha fatto la storia del nostro cinema. I protagonisti saranno interpretati da due volti noti e amati del teatro italiano: Massimo Ghini e Paola Tiziana Cruciani, pronti a vestire i panni dei due personaggi che hanno segnato un’epoca.
Prima nazionale de “Il vedovo” al Rendano di Cosenza: la conferenza stampa
Hanno partecipato alla conferenza stampa il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, i protagonisti Massimo Ghini e Paola Tiziana Cruciani, il regista Ennio Coltorti e il resto del cast artistico, composto da Giuseppe Gandini, Leonardo Ghini, Irene Girotti, Diego Sebastian Misasi, Tony Rucco e Tomaso Thellung. Presenti anche Enzo e Michele Gentile, rispettivamente produttore esecutivo dello spettacolo e direttore generale del Teatro Parioli Costanzo.
Lo spettacolo, che rientra nella stagione di prosa del teatro cosentino, promossa in partnership con l’Amministrazione comunale, da “L’Altro Teatro” (rassegna ideata da Gianluigi Fabiano e Giuseppe Citrigno), è una produzione del Teatro Parioli Costanzo di Roma.
Il commento del sindaco Franz Caruso
Il sindaco Franz Caruso ha sottolineato l’importanza per la città di Cosenza di ospitare la prima nazionale di questa pièce teatrale: «È un’occasione che arricchisce il nostro territorio e contribuisce al rilancio delle attività culturali». Caruso ha evidenziato il ruolo centrale del Teatro Rendano, gioiello architettonico della città, che sta beneficiando di interventi di ristrutturazione e adeguamento tecnico per ospitare spettacoli di alto livello: «La nostra ambizione è riportare il titolo di teatro di tradizione qui a Cosenza, al Rendano».
Promozione della città di Cosenza
Michele Gentile, direttore generale del Teatro Parioli, ha messo in luce il valore dell’iniziativa: «Questa prima nazionale è solo l’inizio. Nella prossima stagione, ci saranno altre anteprime nazionali e molte iniziative per promuovere la città di Cosenza. Eventi di questa portata generano un indotto economico importante, tra hotel, ristorazione e occupazione locale. Il nostro progetto prevede il coinvolgimento di giovani artisti e maestranze del territorio».
Massimo Ghini: l’idea di portare in scena “Il vedovo”
Tra la curiosità dei presenti, Massimo Ghini ha ricordato con emozione e un pizzico d’ansia il momento gli è stata proposta l’idea di portare in scena “Il vedovo”, l’adattamento teatrale tratto dalla celebre pellicola che si distingue per la sua ironia tagliente e la sua capacità di raccontare, con cinismo e leggerezza, una società in trasformazione. «Ci sono frasi iconiche rimaste nella storia, battute che solo Alberto Sordi poteva pronunciare e che ancora oggi risultano insostituibili», ha dichiarati Ghini, citando una delle più celebri: «La mia stellina è volata in cielo».
L’attore ha precisato: «Nel solco della comicità di Alberto Sordi, stiamo lavorando su un personaggio cinico, politicamente scorrettissimo, che incarna lo spirito della commedia provocatoria degli anni ’50».
Il sottotesto dell’opera “Il vedovo”
Ghini ha puntato l’attenzione anche sul sottotesto del film, definendolo “un protofemminicidio”, dove il protagonista cerca, in modo goffo e disperato, di liberarsi della moglie ricca e intelligente, fallendo clamorosamente e diventando vittima di sé stesso. Un’interpretazione che, alla luce del dibattito contemporaneo, acquista un significato ancora più pungente e attuale.
Massimo Ghini ha descritto il suo personaggio come un «idiota, convinto di essere un genio della finanza. A fianco a lui c’è una donna, Elvira, altrettanto astuta negli affari, ma moralmente discutibile». Entrambi i personaggi rappresentano il lato negativo della società, e Ghini ha sottolineato come questo diventi fonte di comicità.
L’incontro di Massimo Ghini con Alberto Sordi
L’artista ha ricordato il suo incontro con Alberto Sordi sul set di una pubblicità diretta da Francis Ford Coppola, un remake dello storico “Lo sceicco bianco”. «Giravamo ad Ostia e Alberto Sordi è venuto sul set. Ci siamo presentati. Mi ha stretto la mano e mi disse: “Aò, ma che me stai a fà l’imitazione?”. Risposi: “non è un’imitazione, è un omaggio”».
Massimo Ghini elogia il Rendano
Massimo Ghini ha elogiato il Rendano: «È un gioiello, come il Petruzzelli di Bari o la Scala di Milano. Un teatro come questo dà una luce pazzesca alla città e testimonia il valore artistico e culturale del nostro Paese».
L’artista ha concluso il suo intervento apprezzando la cucina calabrese e ha ironizzato: «Quando torneremo a casa sembreremo Aldo Fabrizi e Sora Lella», suscitando l’ilarità dei presenti.
Le dichiarazioni di Paola Tiziana Cruciani
Paola Tiziana Cruciani ha confessato di non essere mai stata a Cosenza e dichiarato che la città è stata «una sorpresa inaspettata. È un bellissimo territorio. Il centro storico mi ha conquistata. Il Rendano è meraviglioso, fa un grande effetto». Ritornando allo spettacolo, l’attrice ha sottolineato che, sebbene i personaggi siano gli stessi di un’opera cinematografica storica, la sua interpretazione e quella dei suoi colleghi siano completamente diverse. «Se c’è un aspetto che sento familiare in Elvira è il suo forte senso dell’ironia, al limite del sarcasmo, che a me piace molto. Per il resto, ad averceli i soldi di Elvira».
Il regista Ennio Coltorti
Il regista Ennio Coltorti ha chiarito che lo scopo non è stato quello di tradire il film, ma di renderlo attuale: «L’adattamento che abbiamo realizzato si distingue per il fatto che non solo il mondo è cambiato, ma addirittura peggiorato. Se negli anni ’50 c’era un certo ottimismo, oggi siamo di fronte a una realtà ben diversa. Tuttavia, per dare risalto a un futuro meno speranzoso, abbiamo deciso di introdurre un giovane che, pur essendo colpevole e complice del degrado, emerge come un personaggio di bassa levatura ma estremamente esilarante, interpretato da Leo Ghini, portando un’ironia che arricchisce la trama. Chi conosce il film, spero che ritroverà la stessa atmosfera, chi non lo conosce scoprirà un capolavoro del passato».
“Il vedovo”: la trama
Dietro le eleganti facciate dei palazzi meneghini si consuma una storia di ambizione, fallimenti e cinismo finanziario. Protagonisti di questa intricata vicenda sono il commendatore Alberto Nardi, un giovane industriale romano con grandi sogni e scarso senso degli affari, e sua moglie, la ricca e spregiudicata Elvira Almiraghi, una donna d’affari di successo che non si lascia incantare dalle velleità del consorte.
Nardi è l’emblema del megalomane imprenditore incapace: idee grandiose, investimenti avventati, ma nessuna solida strategia per evitare il baratro economico. Sempre sull’orlo della bancarotta e perseguitato dai creditori, l’uomo vede nella moglie l’unica ancora di salvezza. Tuttavia, Elvira, ormai stanca delle continue richieste di denaro e consapevole dell’inesorabile inclinazione al fallimento del marito, ha deciso di chiudere i rubinetti.
Non senza ironia, la donna si prende gioco di lui con un nomignolo pungente: “cretinetti”. Un appellativo che racchiude in sé tutto il disprezzo e il sarcasmo con cui osserva le velleità imprenditoriali di Nardi. Ma dietro il suo atteggiamento sprezzante si cela una strategia ben più sottile: pur negandogli apertamente il denaro, Elvira continua a finanziare il marito nell’ombra, prestando ingenti somme a tassi usurai attraverso un fidato intermediario, il commendator Lambertoni.
Il gioco di potere
Un gioco di potere in cui la donna tiene saldamente le redini, controllando e umiliando il marito mentre, di fatto, lo mantiene sotto scacco. Nardi, dal canto suo, continua a illudersi di poter sfondare, senza accorgersi di essere prigioniero di un circolo vizioso in cui ogni tentativo di riscatto lo riconduce sempre al punto di partenza. Un uomo in balia delle proprie ambizioni e di una moglie che lo tiene stretto tra le maglie della sua astuzia finanziaria.
Quella tra Alberto ed Elvira non è una semplice storia d’amore o di interessi, ma il ritratto di un matrimonio in cui il denaro è l’unico vero legame. Una partita a scacchi dove la regina muove le pedine e il re, troppo ingenuo per rendersi conto della propria posizione, è destinato a rimanere sempre sotto scacco.
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