Andrea Delogu
4 minuti per la letturaAndrea Delogu in scena al Teatro Garden di Rende per un racconto su riflessioni, mode, vizi e ossessioni delle donne sulla soglia dei 40 anni
RENDE (COSENZA) – Cresce l’attesa per Andrea Delogu al Cineteatro Garden di Rende, in scena sabato 22 aprile con “40 e sto”. Lo spettacolo, scritto dalla stessa Delogu insieme a Rossella Rizzi, Alberto Caviglia e Giovanna Salvatori, con la regia di Enrico Zaccheo, è il penultimo appuntamento del Rende Teatro Festival, la kermesse ideata dal direttore artistico Alfredo De Luca, patrocinata dalla Regione Calabria e dal Comune di Rende e parte del progetto “Tirreno Festival”.
Carismatica, ironica, autoironica, pungente e stravagante, Andrea Delogu porta sul palcoscenico un racconto esilarante accompagnato da riflessioni, preoccupazioni, mode, vizi e ossessioni delle donne sulla soglia dei 40 anni. Emozioni intense, risate e uno straordinario viaggio introspettivo alla scoperta di una nuova consapevolezza: la libertà di essere sé stessi. Per saperne di più, abbiamo intervistato Andrea Delogu.
ANDREA DELOGU IN SCENA A RENDE SI RACCONTA AL QUOTIDIANO
Conduttrice radiofonica, scrittrice, attrice: come ha scoperto i suoi innumerevoli volti artistici?
«Vivendo. Nel mondo in cui lavoro, mi capita spesso di incontrare autori che fanno anche teatro e registi che in quel momento hanno girato un film. Sono stati loro a suggerirmi di provarci. Allora, ci ho provato, mi è piaciuto, mi sono divertita e mi son detta: Ok, voglio farlo».
Come definirebbe la sua carriera?
«Frizzante! Non ho mai avuto un piano B. Quindi, vivo un po’ alla giornata».
Non le serve assolutamente un piano B!
«Speriamo (sorride, ndr). Se andrà male, qualcosa mi inventerò».
Un aneddoto sulla realizzazione dello spettacolo “40 e sto”?
«All’inizio, erano otto righe, poi 20 pagine, dopodiché 35; infine, il testo è diventato uno spettacolo. Adesso, non si sa esattamente quale sia la durata perché cambia a seconda del pubblico. Un aneddoto sulla costruzione? È il pubblico che lo fa. E tu mi dirai: «Perché venire a vederti?». Non lo so perché. Racconti le tue sfighe e la gente ride».
Magari, il segreto è l’empatia. Sui social, fioccano messaggi e commenti carichi di entusiasmo da parte dei suoi spettatori. Si aspettava tutto questo successo?
«No, non me l’aspettavo. Inizialmente, c’erano 20 date. Ora, siamo arrivati quasi a 50. Ovviamente, sono molto felice, anche per la produzione».
“40 e sto” è uno spettacolo che racconta il giro di boa, la crisi e la rinascita. Quali sono i luoghi comuni con cui si è dovuta confrontare?
«Ad un certo punto, la vita arriva ad un capolinea: se tu non scegli chi essere, cosa fare, come rapportarti con gli altri, allora sei una persona fallita. A 40 anni, devi avere ben chiaro chi sei e cosa fai. Invece, per me non è così. Sono in continua trasformazione. Non è mai finita. È questa la presa di coscienza. Portando questo spettacolo in giro, non hai idea di quante ragazze abbia incontrato, anche più grandi di me, che si trovano nella mia stessa situazione».
Molte donne, specialmente le celebrities, temono l’avanzare dell’età. Qual è il segreto per affrontare lo scorrere del tempo e non entrare in competizione con le colleghe più giovani?
«Continuare a prendersi cura di sé. Se ti prendi cura di te stessa, ti conosci; non è che all’improvviso non sai più chi sei o chi eri. Quindi, è importante volersi bene, guardarsi allo specchio, mangiare sano, allenarsi, andare in palestra, uscire, parlare con la gente. Tutto serve, tranne chiudersi».
Ha mai vissuto una crisi esistenziale?
«Ogni giorno. È per questo che sto in piedi. Ho le crisi e dico: «Aspetta, mica va male così». Mi metto sempre in discussione e mi sento viva. Niente è mai scontato».
Un’ossessione, un vizio o una paura che accomuna il suo pubblico?
«Il dispiacere di molte donne di non poter dire di non volere figli. Questa cosa la sento e la vedo quando ne parliamo durante lo spettacolo. Tiro in mezzo il pubblico in continuazione».
Si crea un bellissimo rapporto con gli spettatori. Quali sono le sue sensazioni sul palcoscenico?
«Non mi sento più sola. So che tutto quello che sto raccontando è successo a qualcuno e sono contenta. Quando sai che quella cosa l’ha superata qualcun altro, capisci che puoi farcela anche tu».
I suoi 40 anni in tre parole?
«Una grande figata!».
La sua storia d’amore sta facendo sognare tanti. Insieme a Luigi, siete un’esplosione di dolcezza e leggerezza. Vuole lanciare un messaggio a chi sta vivendo o vorrebbe vivere un amore come il vostro ma teme un po’ i pregiudizi?
«Luigi mi ha fatto capire che ero proprio io ad avere dei pregiudizi. Un giorno, mi ha detto: «Noi stiamo insieme. Perché dici di no?». Ed era vero: stavamo insieme da mesi ed io non avevo il coraggio di dirlo. Siamo proprio noi che, a volte, evitiamo di essere felici perché abbiamo paura. Ora, ci rido».
Come imparare a fare dei propri punti deboli, o di ciò che la società ritiene tali, dei punti di forza?
«Conoscendoli. Vado in analisi da tanti anni ed è una cosa meravigliosa. Farlo, ti fa capire davvero chi sei. I tuoi limiti sono delle opportunità. Se riesci a sfruttarli oppure ad aggirarli, conoscendoli, le cose cambiano».
Progetti futuri?
«Sento che devo ancora fare tanto con questa tournée. Poi, ci sono molte cose belle che adesso non posso anticipare. È un momento buono».
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